2 ore e 10 minuti: tanto è durato l'attesissimo faccia a faccia. Ben oltre l'ora e mezza prevista inizialmente; un elemento che aveva scatenato le più svariate speculazioni. “Un inizio molto buono”, si era tuttavia limitato a dire Donald Trump, uscendo dalla Sala Gotica del Palazzo Presidenziale di Helsinki. Per avere qualche elemento si è dovuta attendere la conferenza stampa, dopo il pranzo di lavoro tra le rispettive delegazioni. Ne è emersa una comune volontà di mettere alle spalle l'attuale clima da guerra fredda. “Non c'è bisogno dello scontro” – ha detto Vladimir Putin -; dobbiamo affrontare insieme sfide quali il terrorismo; i problemi economici e ambientali. E poi uno dei punti più scottanti. “Non vi è stata nessuna ingerenza – ha affermato deciso il leader del Cremlino – nel voto statunitense”. In piena sintonia, su questo, Donald Trump, che ha definito “un disastro, una farsa” l'inchiesta Russiagate. Oggi – ha ribadito - “è stato aperto un dialogo importante; dovremo trovare dei modi per cooperare”. Ma se sul dossier nord-coreano, e la stabilizzazione della Siria, l'unità di intenti lascia ben sperare; non altrettanto si può dire sull'Iran, perché anche oggi non sono mancate parole sferzanti, da parte del Presidente statunitense, su Teheran. Il muro tra Washington e Mosca, comunque, sembra essere crollato. “Corro un rischio politico”, ha ricordato Trump - riferendosi forse all'ostilità del Deep State per un appeasement con il Cremlino -, ma lo faccio per salvare la Pace”. Tutto ciò mentre, all'esterno del palazzo, si susseguivano alcune manifestazioni di protesta; non troppo partecipate, a dire il vero. Non è mancato – anzi – chi si è recato in piazza a supporto di Donald Trump. Per l'occasione il Governo finlandese aveva predisposto eccezionali misure di sicurezza; ristabilendo i controlli alle frontiere Schengen, e richiamando in servizio dalle ferie migliaia di poliziotti, guardacoste e soccorritori.
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