“Sono stati lesi accordi e amicizia. Ciò che è avvenuto è un colpo anche alla lotta al terrorismo”. Sono parole dure quelle pronunciate dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dopo la decisione assunta dalla Suprema Corte Brasiliana, che ha liberato dal carcere Cesare Battisti”. “Questa sentenza ferisce ogni nostro senso di giustizia, come ferisce quello delle famiglie delle vittime”, gli ha fatto eco il Premier Berlusconi, che ha annunciato un ricorso alla Corte di Giustizia dell’Aja. In Italia, non mancano tuttavia critiche, al Governo, per non aver fatto il possibile per ottenere l’estradizione dell’ex ideologo dei Proletari Armati per il Comunismo. “Il governo ha avuto momenti di incertezza, ha pesato la perdita di credibilità dell'Italia”, ha detto il presidente del Pd, Rosy Bindi. Battisti ha atteso in carcere la sentenza: fu arrestato nel marzo del 2007 dopo una latitanza ultraventennale spesa soprattutto in Francia, dove si è fatto conoscere come affermato scrittore. Il Brasile gli ha concesso un visto di residenza permanente. Gioia fuori dal Tribunale, dove la fidanzata dell'ex terrorista e un gruppo di simpatizzanti stavano seguendo la seduta. “Cesare – ha affermato a caldo il suo legale - mi ha detto che ha scelto di vivere in Brasile, qui ha molti amici”.
Gianmarco Morosini
Gianmarco Morosini
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