Un ponte aereo di elicotteri civili e militari è stata l'ultima salvezza per oltre 1.000 persone intrappolate sui tetti delle case dall'inondazione che ha colpito vaste aree del nordest dell'Australia, sulla scia del ciclone Oswald. La morte di un bambino di tre anni, a causa di un albero sradicato dal vento, ha portato a quattro il numero delle vittime, mentre la cittadina di Bundaberg (50mila abitanti) dove il fiume Burnett è esondato, rimane in preda alla peggiore inondazione della sua storia. Il diluvio seguito al ciclone ha inondato anche parti del Nuovo Galles del sud, mentre la crisi in Queensland è ancora nel suo pieno. L'esercito ha intensificato le operazioni di soccorso con il dispiegamento di un centinaio di soldati e aerei da trasporto Hercules. La notte scorsa una flotta di elicotteri ha tratto in salvo oltre 1.000 persone nella periferia nord di Bundaberg, centro della canna da zucchero, 360 km a nord di Brisbane, e le missioni sono proseguite oggi. Centinaia di 1.000 pazienti sono stati evacuati da un ospedale e trasferiti in aereo a Brisbane. Oltre 7.500 persone hanno dovuto abbandonare le loro case e migliaia trascorrono la terza notte in centri di evacuazione, molte dopo aver perso casa, auto e tutti i propri beni. Diverse abitazioni e locali commerciali sono allagati a Brisbane, capitale del Queensland, attraversata dal fiume dello stesso nome. Ma la crisi è meno grave del temuto e senza confronto con le inondazioni di due anni fa, che avevano paralizzato la città di due milioni di abitanti, quando in tutta la regione l'acqua aveva coperto oltre un milione di kmq ed erano morte 35 persone.
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