Un sito sotterraneo per l'arricchimento di uranio sarà “operativo in un prossimo futuro” e Teheran è pronta a fornire servizi e tecnologie nucleari ai “Paesi amici”. L'annuncio del capo dell'organizzazione per l'energia atomica Fereydoun Abbasi Davani rischia di acuire le tensioni fra Iran e Occidente, che sospetta che il programma nucleare abbia finalità militari, nonostante le continue assicurazione di segno opposto di Teheran. Gli esperti dell’Unione Europea nel frattempo hanno raggiunto un accordo di principio sull'embargo del petrolio iraniano, martedì la decisione sarà confermata dagli stati membri, ma il processo non è immediato. Uno dei problemi più grossi è la ricerca di fonti alternative di approvvigionamento: in corso contatti con l'Arabia Saudita, Regime tradizionalmente legato agli interessi geostrategici degli Stati Uniti. Il segretario alla difesa Usa Leon Panetta – dal canto suo - ha ribadito che il Paese reagirà nel caso in cui l’Iran mettesse in pratica la minaccia di chiudere lo stretto di Hormuz.
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