la Diocesi di San Marino-Montefeltro torna sulle istanze d'Arengo all'esame dell'Aula e anticipa la propria disponibilità al dialogo con il governo - come richiesto dall'ordine del giorno approvato - per ridefinire gli aspetti normativi che riguardano l'IRC, con particolare riferimento allo status degli insegnanti, ai titoli di studio e alla programmazione della materia. Riguardo alle Istanze d’Arengo per stipulare una convenzione con lo Stato a sostegno delle donne in gravidanza e perché fosse esplicitato il principio della dignità e della inviolabilità della vita umana dal concepimento alla sua fine naturale, la Diocesi conferma a prescindere dall'esito, apprezzamento per l’impegno manifestato dalle Associazioni, Aggregazioni Laicali e Movimenti ecclesiali. È necessaria invece, puntualizza, una riflessione a parte sulle due Istanze d’Arengo approvate dal Consiglio, riguardanti materie di culto di esclusiva pertinenza dell’Autorità Ecclesiale, in quanto attinenti al Diritto Canonico, e non già al Diritto Ecclesiastico, e legate alle attività precipue che si svolgono in luoghi considerati pubblici, ma nei quali si svolgono celebrazioni liturgiche cattoliche. Nella salvaguardia del più alto diritto alla libertà religiosa,scrive la Diocesi, spetta ai soli soggetti religiosi, in questo caso la Chiesa Cattolica, la regolamentazione dell’amministrazione dei Sacramenti e la destinazione delle offerte raccolte all’interno dei luoghi di culto. Nulla vieta, come già avviene, che le Associazioni che ne fanno richiesta possano raccogliere i fondi destinati alla loro attività in luoghi adatti come la camera ardente dell’ospedale di Cailungo o al di fuori dei cimiteri o comunque al di fuori della chiesa. Infine, rispetto all’Istanza che chiedeva lo spostamento del Crocifisso nella Perinsigne Basilica - respinta dall'Aula - la Diocesi ricorda che i dettami dell’Accordo del 1992, ratificato da San Marino e Santa Sede, prevedono che “L'autorità ecclesiastica, se necessario, predisporrà, d’intesa con quella civile, l'adeguamento strutturale della Basilica alle norme canoniche e liturgiche, tenendo ogni possibile conto delle esigenze derivanti la particolare destinazione dello stesso edificio di culto alle celebrazioni di rilevanza istituzionale per la Repubblica”. In considerazione del fatto che anche il crocifisso fa parte degli arredi liturgici, la sua collocazione al centro della navata è stata dovuta ad argomentazioni condivise tra l’Autorità Ecclesiale e l’Autorità Civile, che dovranno intervenire in sinergia per ogni successiva modifica e pertanto, sottolinea la nota, non è opportuno tornare su quanto deciso ad ogni cambio di Autorità. La nota si chiude rimarcano la volontà di chiarire e confermare i rispettivi ambiti dello Stato e della Chiesa diocesana, della laicità benintesa come della libertà religiosa, che, nei secoli e in particolare negli ultimi anni, hanno sempre trovato profondo giovamento da una stretta collaborazione. Questa collaborazione, si ricorda, è stata particolarmente proficua nell’assistenza ai cittadini più in difficoltà o nel trovare le soluzioni per l’accoglienza, anche a livello internazionale, di coloro che si sono trovati in situazioni di indigenza. Una collaborazione e una presenza che la Chiesa diocesana intende confermare, senza invasioni di campo, per la realizzazione del bene comune.
Sonia Tura
Sonia Tura
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