Nel 2020, con 66.000 interventi - il 9,3% in meno rispetto al 2019 – l'Italia vanta un tasso di aborti tra i più bassi al mondo. La fotografia - scattata nel primo anno della pandemia dal Ministero della Salute – mostra un calo in tutte le aree geografiche e fasce d'età, soprattutto in quelle più giovani e tra le straniere. Si riduce, seppur leggermente, anche la percentuale di personale medico e non medico che esercita il diritto all'obiezione di coscienza. I valori, a livello nazionale, restano tuttavia elevati: l'obiezione riguarda 2 ginecologi su 3 e quasi 1 anestesista su 2. La percentuale più alta, con il 90%, in Molise – quella più bassa ( 13,3%) in Valle d'Aosta. In Emilia Romagna raggiunge il 45%. Al contempo, emerge un forte aumento della pillola abortiva ( +11% in due anni).
In venti stati del mondo l'interruzione volontaria di gravidanza è ancora proibita. In cinquanta è consentita, ma solo se necessaria per preservare la salute della donna. In alcuni Paesi è invece permessa solo in determinate circostanze, come stupro, incesto, malformazione fetale. Negli Stati Uniti il tema torna a dividere come negli anni '70: la Corte suprema potrebbe infatti annullare la legge del 1973. In Texas il divieto è già in vigore, mentre in altri sei Stati americani, come Alabama, e Georgia, le restrizioni sono tali che di fatto è diventato quasi impossibile trovare un medico o una struttura dove abortire.
A San Marino, Unione donne sammarinesi - promotrici del referendum che nel settembre del 2021 ha detto sì all'ivg sul Titano – lamenta un ritardo ingiustificato da parte della politica. A distanza di otto mesi – accusa – la legge è ancora ferma alla prima lettura. Il tema divide i partiti, in maniera trasversale. Nel frattempo l'associazione “Uno di Noi” ex comitato contrario, illustra i suoi emendamenti. Propone che l'aborto avvenga solo in strutture pubbliche, entro le 12 settimane di gestazione e una volta soltanto, salvo in caso di imminente pericolo di vita della madre. Le distanze non favoriscono un lavoro congiunto: UDS boccia modifiche che di fatto – dice - impediscono l’accesso all’interruzione di gravidanza.