Notizie confuse arrivano dalla Libia su un tentativo d’accordo tra Gheddafi e rivoltosi. Il capo del Consiglio nazionale provvisorio, costituitosi a Bengasi, riferisce di un ultimatum degli insorti al rais. “Gheddafi lasci il Paese entro 72 ore e fermi i bombardamenti e noi non lo perseguiremo”. In mattinata il portavoce degli insorti aveva parlato di un’offerta da parte di un rappresentante del Colonnello, che era stata rifiutata. Il regime, però, smentisce qualsiasi trattativa. Intanto si fa largo la notizia che la famiglia Gheddafi sia spaccata in due, tra i figli del leader libico favorevoli a usare «tutti i mezzi militari» per reprimere la rivolta e altri invece disponibili a trattare. Finora il regime ha scelto la strada del pugno di ferro. Forze leali al rais stanno attaccando con aerei e carri armati la città di Zawiya, una cinquantina di chilometri a ovest di Tripoli. Intensi i bombardamenti a Ras Lanuf. L’Unione Europea prosegue il suo pressing perché Gheddafi esca di scena, e sancisce un accordo sull’estensione delle sanzioni. Sabato riunione straordinaria della Lega Araba.
Monica Fabbri
Monica Fabbri
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