“In milioni marceranno su Misurata e la libereranno casa per casa”. E’ la minaccia che il leader libico Muhammar Gheddafi rinnova in un nuovo discorso audio. Sul fronte internazionale, a quattro mesi dall’inizio dei raid aerei sulla Libia, Londra offre una via, con le dichiarazioni del ministro degli Esteri William Hague, che ieri ha detto: “Gheddafi deve lasciare il potere. Quello che accadrà dopo, e se debba o meno lasciare il Paese, sono decisioni che spettano al popolo libico”. Ma il regime libico non ci sta e torna a chiedere lo stop degli attacchi da parte della coalizione: “Prima del dialogo, la Nato deve fermare i bombardamenti”, ha detto il premier libico al Mahmoudi, dopo aver incontrato un emissario dell'Onu, ribadendo anche che la leadership di Gheddafi non è in discussione. Intanto, ieri da Bengasi l’annuncio della formazione del primo partito libico di quella che, secondo i fondatori, sarà l’era del “dopo Gheddafi”. E’ il primo movimento indipendente dopo la ribellione e conterebbe già su oltre 2mila adesioni. Tra le priorità indicate: la riforma del settore petrolifero e di quelle energetico.
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