Il porto petrolifero al centro della contesa tra insorti e lealisti sarebbe dunque ancora sotto il controllo di Gheddafi. A sud di Bengasi, la sede di uno dei più importanti terminal petroliferi libici rappresenta un obiettivo strategico, circondato da mine per rendere ai ribelli l’avanzata ancora più insidiosa. Sulla situazione sul campo le notizie restano contraddittorie, come le cifre dei morti. Sarebbero una quarantina da entrambe le parti negli ultimi tre giorni. Sul piano diplomatico dagli Stati Uniti è giunto a Gheddafi l’invito ad andarsene, mentre a Washington sono arrivate le critiche di Mosca, che si dice contraria a una presa di posizione.
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