Oltre due milioni i soldati coinvolti. Da un lato gli Alleati comandati dal generale Alexander, dall’altra i tedeschi al comando di Kesserling. In mezzo la popolazione civile, bombardata da terra, dal cielo, dal mare. La linea Gotica è una lunga e robusta rete di fortificazioni di oltre 320 Km dall'Adriatico al Tirreno, da Pesaro a Massa Carrara, voluta dai tedeschi e dai fascisti che si stavano ritirando dal sud dell’Italia mentre gli alleati stavano risalendo la penisola. Oltre 15mila italiani rastrellati nei loro paesi sono costretti a lavorare sui crinali appenninici, per costruire bunker e fortini, trincee e fossati anticarro, e lungo la Riviera romagnola dove vengono innalzate strutture in cemento armato e in ferro. Rimini, l’antichissima città etrusco-celtico-romana, torna ad essere in quel lontano 1944 al centro della storia e conquista il triste primato di città più distrutta d’Italia. Subisce feroci bombardamenti che la radono al suolo, mentre dal Titano assistono, impietriti, i tanti sfollati, oltre 100mila persone, in gran parte riminesi rifugiati in Repubblica, perché neutrale. Ma lo status di neutralità non ha salvato San Marino dalla furia dei bombardamenti costati la vita a 63 cittadini. Mesi di grande confusione e paura con incontri scontri anche culturali, che ha contrapposto soldati delle etnie più disparate dall’una e dall’altra parte e la linea gotica è stata anche questo: un coacervo di lingua ed abitudini che ha lasciato tracce profonde nel chiuso mondo contadino di questa regione.
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