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Lo psicologo entra a scuola in aiuto di giovani e famiglie. In tre mesi oltre 60 richieste

Abbiamo incontrato la dottoressa Rosita Guidi assieme a tutti i direttori delle scuole sammarinesi e alla direttrice del Dipartimento Istruzione per fare il punto su quale sia il quadro nel quale si inserisce la figura dello psicologo scolastico

di Angela Giuccioli
3 apr 2023
Nel video l'intervento della dottoressa Rosita Guidi con un importante suggerimento per le famiglie.Nel video l'intervento della dottoressa Rosita Guidi con un importante suggerimento per le famiglie.
Nel video l'intervento della dottoressa Rosita Guidi con un importante suggerimento per le famiglie.

Disagio, difficoltà, paura, ansia: hanno mille nomi, infinite sfumature, decine di volti, ma in quasi tutti i casi un solo bisogno: aiuto. Perchè da soli, a volte, è difficile uscirne. E la scuola fa la sua parte, per pensare al benessere di bambini e ragazzi a tutto tondo: perchè la formazione ha sì una parte fondamentale nello sviluppo, ma al centro resta sempre la persona.

Entra così nelle aule la psicologa scolastica: figura di sostegno ai ragazzi e insieme simbolo del fatto che chiedere aiuto è normale, che il benessere è importante anche nella sua veste emotiva, che insegnanti e famiglie non sono lasciate sole. Individuata la figura della dott.ssa Rosita Guidi, una professionista con un’esperienza formativa e pratica nell’ambito della psicologia scolastica.

Al momento sono circa una 60ina gli studenti che hanno fatto richiesta di attivazione del servizio, oltre a loro, diversi genitori, insegnanti e gruppi di classi delle elementari. Il suo compito non è quello di fare diagnosi o avviare in prima persona percorsi di psicoterapia, piuttosto quello di sostenere e orientare in situazioni di difficoltà: lavorando anche in sinergia con gli altri enti presenti sul territorio e, ove necessario, indirizzando verso percorsi ancora più strutturati. L'obiettivo principale è quello di fungere da mediatrice tra la scuola e la famiglia quando si generano situazioni di difficoltà.

La dottoressa Guidi evidenzia come abbia trovato un contesto scolastico assolutamente accogliente rispetto alla figura dello psicologo. “Pare ci fosse proprio attesa” - sostiene . D'altra parte c'è anche aspettativa dagli insegnanti sulla risoluzione di situazioni percepite come problematiche. Ma la psicologa non si sostituisce a nessuno – ribadisce – lavora al fianco di insegnanti e dirigenti”.


COVID, GUERRA, CRISI: COME STANNO BAMBINI E RAGAZZI?

Il covid e il lockdown hanno di certo avuto un impatto forte su quello che stiamo vivendo, anche in termini di difficoltà emotive. Non è colpa del covid, ma le situazioni che la pandemia ha innescato hanno palesato disagi e bisogni che già covavano sotto le ceneri. “Ora sono emersi con violenza” – precisa la dottoressa Guidi.

La distanza interpersonale, l'isolamento sociale, la frammentazione famigliare, portate dall'emergenza sanitaria, hanno lasciato la loro impronta su tutte le relazioni, personali e familiari. Sono emerse fragilità all'interno delle famiglie e nei ruoli genitoriali. I più piccoli si sono trovati a vivere interazioni filtrate dalle mascherine, perdendo tutto quel patrimonio di espressività che il viso umano regala; gli adolescenti sono stati costretti ad erodere i rapporti esterni a quelli del nucleo famigliare proprio negli anni in cui la loro identità era pronta ad esplodere; i bambini della primaria hanno approcciato l'insegnamento attraverso lo schermo di un pc.

“Abbiamo perso un patrimonio di risorse cognitive inqualificabile. – puntualizza la direttrice del Dipartimento Istruzione Laura Gobbi – Tutto il mondo si sta interrogando a riguardo e sta avviando studi sul tema”.

I direttori di dipartimento hanno identificato, ognuno per la fascia di età di competenza, quelle che sono le difficoltà più evidenti che riscontrano nella loro operatività quotidiana. I bambini che frequentano la scuola dell'infanzia – inizia il direttore Francesco Giacomini - hanno più difficoltà relazionali con i pari piuttosto che con gli adulti, proprio perchè il contesto in cui loro si sono approcciati ai rapporti interpersonali era spesso quello domestico o comunque privo del contatto con i coetanei.

Una forte disgregazione emotiva è la caratteristica che la dottoressa Arianna Scarpellini riscontra negli alunni delle scuole elementari. Molto spesso è difficile la gestione della frustrazione, della rabbia. Dal covid in poi sono stati inviati, dagli adulti e dalla società, molti input di alert: prima il virus, poi la guerra, ora anche le difficoltà economiche. “Tutta questa sollecitazione viene percepita dai bambini in un crescendo emotivo che faticano a gestire e a regolare”.

Gli adolescenti sono soli, - constatano con amarezza i direttori di medie e superiori. Anche tra di loro emerge una grande difficoltà nella gestione delle frustrazioni, oltre all'ansia da prestazione molto spesso legata allo studio. Sono diventati frequenti, anche nel contesto sammarinese, episodi di ansia, crisi di panico e autolesionismo”.


LA TECNOLOGIA

L'utilizzo dei dispositivi tecnologici ha ormai un ruolo importante nella vita di tutti noi. Proprio anche in relazione al lockdown, i device hanno in qualche caso sostituito molti tipi di relazioni. La scuola non può restare esente e far finta che tutto questo non sia una realtà. “Sarà questa la vera sfida – sottolinea la dottoressa Gobbi – educare alla tecnologia: sia gli alunni che le famiglie. La didattica scolastica deve passare da un approccio nozionistico ad uno metacognitivo. Su questo è necessario lavorare”.

Ma finchè questa educazione alla tecnologia non sarà integrata, i dirigenti ne rilevano un uso prolungato, a tutte le età, fin dai 3 anni. “Ci sono bambini dell'infanzia che faticano a sfogliare un libro cartonato, provano a girare le pagine come farebbero con una gallery su un device” - raccontano.

Usare smartphone o tablet per lunghi periodi nell'arco della giornata plasma delle disfunzioni nella mente – ricordano i dirigenti scolastici citando studi di recente pubblicazione.

E i social non possono che essere tra i protagonisti dell'universo tecnologico in cui vivono, in particolare, i ragazzi. “Quello che avviene nella chat di classe – rileva la referente delle medie – ha anche ricadute nelle relazioni reali. Gli insulti passano velocemente dalla dimensione virtuale a quella reale”. “L'abuso di tecnologia porta anche ad altri tipi di abuso” – è la riflessione corale che invocano.


MA LE FAMIGLIE?

In un quadro dalle tinte che possono apparire un po' fosche, con criticità che si giocano su diversi livelli, il rischio è che le famiglie perdano un po' la bussola. E il costante flusso di informazioni dai quali sono bombardati i genitori non li rassicura, anzi, tende a confonderli.

Ci sono ormai influencer anche sulla psicologia dell'età evolutiva e districarsi attraverso messaggi, a volte anche in antitesi tra di loro, non è in alcun modo di aiuto a che svolge il ruolo genitoriale. “Ognuno faccia il proprio lavoro” è l'invito che tutti i dirigenti delle scuole sammarinesi rivolgono. “Affidarsi a specialisti preparati e competenti”.

“Le famiglie devono creare relazioni coi figli a tutte le età” è il primo suggerimento che la dottoressa Guidi rivolge. Avere un rapporto di dialogo, franco e quotidiano, con i propri figli permette anche di essere attenti ad eventuali campanelli d'allarme o cambiamenti repentini. “Spesso mi capita di chiedere alle famiglie come fossero da bambini i figli ora adolescenti e non lo sanno, non se lo ricordano” - racconta la psicologa.

“Parlare, ascoltare, esserci”. Con queste semplici indicazioni la dottoressa Scarpellini riassume l'importante e complesso ruolo delle famiglie.


LO PSICOLOGO A SCUOLA, COME FUNZIONA IL SERVIZIO

La figura dello psicologo scolastico entra nelle scuole sammarinesi il 1° dicembre 2022. Richiesto da un'Istanza d'Arengo approvata dall'Aula, ha tardato ad approdare alla sua versione definitiva a causa dell'arrivo del Covid. Per gli anni scolastici 20/21 e 21/22 è stato istituito uno sportello d'ascolto rivolto agli studenti. Un ulteriore passaggio in Commissione consiliare ha poi permesso di arrivare allo step successivo con l'introduzione dello psicologo. Un interpello all'interno dalla PA ha portato all'identificazione della dottoressa Rosita Guidi.

Lo psicologo fornisce sostegno ad alunni, insegnati e famiglie che frequentano il nido, l'infanzia, le elementari, le medie, le superiori e il cfp. L'attivazione del servizio può avvenire da parte di tutti i soggetti coinvolti nel benessere del bambino o ragazzo: dalle famiglie, dagli insegnati, dai consigli di plesso, ma anche da parte dagli stessi studenti alle medie e alle superiori. Trattandosi di minorenni è comunque necessario il consenso informato da parte di entrambi i genitori, resta poi tutto coperto da riservatezza quanto viene detto durante gli incontri.

Alle Scuole medie è stato allestito uno spazio appartato nel quale è stata predisposta una scatola sigillata dove gli studenti possono inserire un biglietto con i loro dati per essere poi contattati. Alle superiori il contatto è più diretto, in genere avviene via mail.

Per contatti e appuntamenti i genitori e gli insegnanti interessati possono inviare una mail a rosita.guidi@pa.sm





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