L’incubo è finito, il lupo è morto, giustizia è fatta, ma le indagini degli inquirenti non cessano. In queste ore si sta cercando di far luce sulla latitanza romana del killer dell’appuntato Alessandro Giorgioni, fino a sabato scorso il pericolo pubblico numero uno in Italia. Qualcuno – in questi ultimi 10 giorni – ha probabilmente aiutato Luciano Liboni: fornendogli documenti falsi, procurandogli cibo e un posto sicuro dove nascondersi. A Roma sono in corso indagini a tappeto per cercare di individuare questi eventuali fiancheggiatori. I carabinieri hanno setacciato i campi nomadi dell’Appia, della Casilina e controllato palmo a palmo le zone isolate che circondano il quartiere dell’EUR. Pare che il “lupo” negli ultimi giorni, avesse trovato rifugio negli ambienti più poveri e degradati della capitale. Poi l’ultima sparatoria nei pressi del Circo Massimo, il colpo fatale alla nuca. La partita a scacchi del lupo con le forze dell’ordine è terminata così. Intanto a Novafeltria, S.Agata e in tutta la zona circostante è tornato il sereno. Per Simona, la moglie del carabiniere Alessandro Giorgioni, ora sarà meno dura andare avanti. Tutta Novafeltria si è stretta intorno a lei e al piccolo Leonardo, che sa già tutto e sta affrontando la situazione con coraggio.
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