Consegneranno un documento in cui ricordano la loro condizione di cittadini senza diritti sociali. “Un docente non in ruolo, sebbene lavori continuativamente da molti anni - si legge - non ha il diritto all’aspettativa neppure per motivi gravissimi, se manca il primo giorno di scuola perde l'incarico anche se l'assenza fosse dovuta a ricovero ospedaliero, non ha il diritto di lavorare part-time, né può accedere ai distacchi previsti dalla Legge”. Oggi un terzo degli insegnanti è precario. C’è chi da più di 12 anni. Non potendo garantire fino in fondo ai bambini una continuità didattica, come chiedono i genitori. A tutto ciò - conclude la lettera - si aggiunge la disparità economica, pur svolgendo lo stesso lavoro, senza indennità di funzione né scatti di anzianità. “Non possiamo accedere a un mutuo per la casa”, concludono. Per questo è in atto una mobilitazione che prevede la dimissione del ruolo del coordinatore, l'astensione dagli organismi collegiali e il rifiuto di partecipare alle uscite didattiche fino a quando il Governo non porrà fine a queste ingiustizie, non solo a parole.
Giovanna Bartolucci
Giovanna Bartolucci
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