La speranza è che l’amore duri finché morte non separi, la tendenza è preferire il regime di separazione dei beni. Emerge dagli ultimi dati disponibili Istat: il rapporto tra beni separati e comunione legale è di 60 contro 40. Il trend è iniziato nel 2000, inizialmente solo nelle ragioni settentrionali, poi- negli ultimi anni -ha coinvolto tutta Italia. Resiste solo la Sardegna, roccaforte del regime di comunione, che i novelli sposi tendono a preferire per il 53,4 % dei casi. Numericamente parlando non è tanto la media finale quanto la velocità con cui si sono raggiunti determinati standard con il variare della latitudine: un esempio per tutti potrebbe essere la Basilicata, dove il crollo per la scelta della comunione dei beni si è concentrato negli ultimi due anni. Una tendenza che trova spiegazione in un cambiamento di scenario che vede la donna più indipendente da un punto di vista professionale, ma anche sociale e personale. Ma secondo gli avvocati sei coppie su dieci – anche in Emilia Romagna e Marche- scelgono la separazione dei beni anche perché ha un regime più semplice e snello. E così, una volta che i coniugi sono giunti alla resa dei conti, i tribunali a suon di sentenze continuano a definire i contorni della comunione legale, gli avvocati ad invocare una riforma dell’istituto, che renda la scelta unitaria dei beni più semplice ed immediata.
Sara Bucci
Sara Bucci
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