Buona Pasqua!
Un augurio che rivolgo a tutti. Ricordo in modo particolare le maestranze, gli operari e gli imprenditori che ho incontrato in queste settimane facendo visita a molte aziende del nostro territorio. C’è una ripresa? Non so dire, non ho i dati. Si è parlato di lavoro libero, partecipativo, solidale e creativo. Con un gruppo di operai si è ripresa una metafora sorridente, ma non meno vera di Benigni: “L’anima è rimasta indietro, non le resta che rincorrere il corpo”. Fuori di metafora: riprendiamo in mano il valore e il significato della spiritualità nella nostra vita e nel nostro lavoro. Non preoccupiamoci solo del profitto.
Un augurio calorosissimo ai ragazzi disabili, agli anziani e agli ammalati: a loro dedicherò la prima messa del giorno di Pasqua nell’Ospedale di Novafeltria. Ma saranno tutti presenti nella esperienza sempre sorprendente della preghiera. Ho fatto amicizia con uno sportivo, rimasto tetraplegico a causa di un grave incidente. La sofferenza e la disperazione l’ha portato a pensare e programmare un viaggio in Svizzera per essere aiutato a morire. Ma è stato decisivo per il cambiamento del suo progetto di morte, la riscoperta dell’essere figlio e dell’esser padre. Dunque è la vittoria della relazione sulla morte. Una grande lezione!
Un augurio affettuoso e grato ai miei fratelli sacerdoti. Mi ritengo fortunato a collaborare con loro. In queste settimane hanno visitato tante famiglie per dire “pace”, perché ogni casa sia aperta al sole, agli amici e a Dio! Ecco una parola per loro e per tutti: rimanere saldamente ancorati al Vangelo. Questo il nucleo essenziale: Gesù è risorto! È un fatto, non la rappresentazione di un concetto e neppure un mito per significare un’aspirazione. Come chicco di frumento Cristo è morto nella terra per portare frutti di risurrezione.
Mi ha colpito il titolo di un articolo di un giornale: “Non c’è pace, ma c’è risurrezione”. Realismo da una parte per l’inquietudine di questi giorni; mordente dall’altra per una speranza ben fondata.
Auguri!
+ Andrea Turazzi
Un augurio che rivolgo a tutti. Ricordo in modo particolare le maestranze, gli operari e gli imprenditori che ho incontrato in queste settimane facendo visita a molte aziende del nostro territorio. C’è una ripresa? Non so dire, non ho i dati. Si è parlato di lavoro libero, partecipativo, solidale e creativo. Con un gruppo di operai si è ripresa una metafora sorridente, ma non meno vera di Benigni: “L’anima è rimasta indietro, non le resta che rincorrere il corpo”. Fuori di metafora: riprendiamo in mano il valore e il significato della spiritualità nella nostra vita e nel nostro lavoro. Non preoccupiamoci solo del profitto.
Un augurio calorosissimo ai ragazzi disabili, agli anziani e agli ammalati: a loro dedicherò la prima messa del giorno di Pasqua nell’Ospedale di Novafeltria. Ma saranno tutti presenti nella esperienza sempre sorprendente della preghiera. Ho fatto amicizia con uno sportivo, rimasto tetraplegico a causa di un grave incidente. La sofferenza e la disperazione l’ha portato a pensare e programmare un viaggio in Svizzera per essere aiutato a morire. Ma è stato decisivo per il cambiamento del suo progetto di morte, la riscoperta dell’essere figlio e dell’esser padre. Dunque è la vittoria della relazione sulla morte. Una grande lezione!
Un augurio affettuoso e grato ai miei fratelli sacerdoti. Mi ritengo fortunato a collaborare con loro. In queste settimane hanno visitato tante famiglie per dire “pace”, perché ogni casa sia aperta al sole, agli amici e a Dio! Ecco una parola per loro e per tutti: rimanere saldamente ancorati al Vangelo. Questo il nucleo essenziale: Gesù è risorto! È un fatto, non la rappresentazione di un concetto e neppure un mito per significare un’aspirazione. Come chicco di frumento Cristo è morto nella terra per portare frutti di risurrezione.
Mi ha colpito il titolo di un articolo di un giornale: “Non c’è pace, ma c’è risurrezione”. Realismo da una parte per l’inquietudine di questi giorni; mordente dall’altra per una speranza ben fondata.
Auguri!
+ Andrea Turazzi
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