“Sotto questo cielo, solo tu resisti – cantavano Mina e Andrea Mingardi – Sei come una canzone di Mogol e Battisti”. E invece anche le unioni artistiche entrate nella storia della musica possono svanire, tra avvocati, tribunali e voci di bilancio. Succede allora che la Edizioni Musicali Acqua Azzurra srl – l'impresa che gestisce i diritti di utilizzazione delle canzoni del duo – vada in rosso per la prima volta. Il motivo, riporta Il Sole 24 Ore, è la causa tra il paroliere e gli eredi di Battisti (scomparso nel 1998).
A fine 2016, la società ha avuto una perdita di 1,6 milioni di euro. Nel 2015 l'utile era di 510mila euro. I conti sono andati in negativo perché, nel luglio 2016, c'è stata la sentenza di primo grado promossa da Giulio Rapetti, vero nome di Mogol, contro la società, di cui è anche socio, e la vedova di Battisti. La richiesta era di 8 milioni di euro di risarcimento danni.
Il tribunale di Milano l'ha accolta parzialmente e ha condannato la società a pagare 2 milioni e 651mila euro. Aspettando la sentenza di appello, prevista per la primavera del 2018, Rapetti ha chiesto il pignoramento dei beni della società (ora in liquidazione). Sono state così bloccate le disponibilità liquide depositate in un conto corrente equivalenti a 1,2 milioni di euro.
A non essere 'congelata' è la procedura di vendita dei diritti di utilizzazione dei loro brani: un'occasione ghiotta per i discografici, visto che si avvicina il ventennale della morte di Battisti. Per una volta, il destino di un duo non sarà deciso dal pubblico ma da un giudice.
Mauro Torresi
A fine 2016, la società ha avuto una perdita di 1,6 milioni di euro. Nel 2015 l'utile era di 510mila euro. I conti sono andati in negativo perché, nel luglio 2016, c'è stata la sentenza di primo grado promossa da Giulio Rapetti, vero nome di Mogol, contro la società, di cui è anche socio, e la vedova di Battisti. La richiesta era di 8 milioni di euro di risarcimento danni.
Il tribunale di Milano l'ha accolta parzialmente e ha condannato la società a pagare 2 milioni e 651mila euro. Aspettando la sentenza di appello, prevista per la primavera del 2018, Rapetti ha chiesto il pignoramento dei beni della società (ora in liquidazione). Sono state così bloccate le disponibilità liquide depositate in un conto corrente equivalenti a 1,2 milioni di euro.
A non essere 'congelata' è la procedura di vendita dei diritti di utilizzazione dei loro brani: un'occasione ghiotta per i discografici, visto che si avvicina il ventennale della morte di Battisti. Per una volta, il destino di un duo non sarà deciso dal pubblico ma da un giudice.
Mauro Torresi
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