“Penso che una vita spesa per la musica sia una vita spesa in bellezza ed è a ciò che ho consacrato la mia vita”. Luciano Pavarotti definì così il suo grande amore, la musica, sinonimo per lui della vita stessa. Una vita che si è spenta questa mattina all’alba, nella sua Modena, dopo aver combattuto a lungo una dura battaglia contro un cancro al pancreas che alla fine gli ha tolto la vita. Pavarotti, 71 anni, era nato a Modena il 12 ottobre 1935. E' stato il tenore più famoso al mondo degli ultimi trent'anni. Figlio di un fornaio dell'esercito, appassionato di canto, il Maestro ha debuttato il 29 aprile 1961, nel ruolo di Rodolfo in "La Boheme", all'Opera di Reggio Emilia. Negli Stati Uniti trionfò nel febbraio 1965, a Miami, nella "Lucia di Lammermoor". Ma l'exploit arrivò il 17 febbraio 1972, al Metropolitan di New York, dove nella "Fille du Regiment" di Donizetti mandò in visibilio il pubblico con nove Do di petto perfetti. Suo il record di 17 chiamate e ovazioni al sipario.
Ma il tenore più famoso del mondo non poteva fermarsi qui. Negli anni '90, Pavarotti curò molto i concerti all'aperto, che si rivelarono grandi successi. Nello stesso periodo cominciò la collaborazione e l’amicizia con San Marino quando - per tre edizioni consecutive - promosse ed organizzò con la federazione ippica sammarinese lo Csio San Marino, concorso ippico internazionale.
Nel giugno 1993, in più di 500.000 si accalcarono in Central Park (New York), mentre in milioni lo seguivano in tv. A settembre dello stesso anno, all'ombra della Torre Eiffel, cantò per circa 300.000 persone. Tra i più famosi, i concerti dei Tre Tenori con Placido Domingo e José Carreras. Ma fu intensa anche l'attività di organizzatore del "Pavarotti and friends", col quale riunì nella sua città natale, a scopo di beneficenza, le star del pop internazionale. Straordinarie le sue esibizioni con i grandi del rock; esemplare quella con Bono, leader degli U2. L'ultima esibizione pubblica risale alle Olimpiadi invernali di Torino, nel febbraio del 2006, quando aveva cantato "Nesun dorma". L'ultimo concerto invece nel dicembre 2005 a Taipei. Era stata la tappa conclusiva di un tour con cui aveva voluto salutare il suo pubblico in una ventina di Paesi. Un amore immenso, il suo, per la lirica, testimoniato anche nel suo sito ufficiale dove ha scritto: “Spero di essere ricordato come cantante d’opera, ovvero come rappresentante di una forma d’arte che ha trovato la sua massima espressione nel mio Paese. E spero inoltre che l’amore per l’opera rimanga sempre di importanza centrale nella mia vita.
Ma il tenore più famoso del mondo non poteva fermarsi qui. Negli anni '90, Pavarotti curò molto i concerti all'aperto, che si rivelarono grandi successi. Nello stesso periodo cominciò la collaborazione e l’amicizia con San Marino quando - per tre edizioni consecutive - promosse ed organizzò con la federazione ippica sammarinese lo Csio San Marino, concorso ippico internazionale.
Nel giugno 1993, in più di 500.000 si accalcarono in Central Park (New York), mentre in milioni lo seguivano in tv. A settembre dello stesso anno, all'ombra della Torre Eiffel, cantò per circa 300.000 persone. Tra i più famosi, i concerti dei Tre Tenori con Placido Domingo e José Carreras. Ma fu intensa anche l'attività di organizzatore del "Pavarotti and friends", col quale riunì nella sua città natale, a scopo di beneficenza, le star del pop internazionale. Straordinarie le sue esibizioni con i grandi del rock; esemplare quella con Bono, leader degli U2. L'ultima esibizione pubblica risale alle Olimpiadi invernali di Torino, nel febbraio del 2006, quando aveva cantato "Nesun dorma". L'ultimo concerto invece nel dicembre 2005 a Taipei. Era stata la tappa conclusiva di un tour con cui aveva voluto salutare il suo pubblico in una ventina di Paesi. Un amore immenso, il suo, per la lirica, testimoniato anche nel suo sito ufficiale dove ha scritto: “Spero di essere ricordato come cantante d’opera, ovvero come rappresentante di una forma d’arte che ha trovato la sua massima espressione nel mio Paese. E spero inoltre che l’amore per l’opera rimanga sempre di importanza centrale nella mia vita.
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