Chiedere finanziamenti per poi non onorarli e far transitare sui conti correnti postali denaro di provenienza illecita: questa l’attività criminosa scoperta dagli inquirenti – coordinati dal pubblico ministero Bertuzzi – sulla base di una denuncia partita dalla direttrice di un ufficio postale di Rimini: insospettita dal comportamento tenuto da un cliente riminese, C.Z. le sue iniziali, la direttrice ha informato la Polizia Postale che ha provveduto a stroncare la truffa sul nascere.
Le indagini infatti, hanno portato alla luce una complessa attività illecita: l’organizzazione criminale smascherata pubblicava su internet annunci aventi ad oggetto ricerca di personale da assumere presso le dipendenze di un inesistente hotel di Cesenatico. Scopo di tali colloqui di lavoro, tenuti presso un bar, era acquisire copia del documento di identità e del codice fiscale. Tali documenti venivano poi falsificati e utilizzati per richiedere a società finanziarie ingenti somme di denaro.
I finanziamenti richiesti venivano concessi in un brevissimo lasso di tempo anche grazie all’intervento di un promotore finanziario di Sassofeltrio, A.F. le iniziali: ben 16 i finanziamenti – tutti compresi fra i 9mila e i 15mila euro – ottenuti grazie alla sua intermediazione a favore degli ignari utenti che avevano risposto alla fantomatica offerta di lavoro.
Infine, l’associazione a delinquere si avvaleva, per l’attività illecita, anche di una serie di “prestanome”: destinatari dei vari finanziamenti risultavano, infatti, persone indigenti con gravi difficoltà economiche e tossicodipendenti; una volta erogati i finanziamenti, l’associazione tratteneva per sé una provvigione del 20%.
Le indagini infatti, hanno portato alla luce una complessa attività illecita: l’organizzazione criminale smascherata pubblicava su internet annunci aventi ad oggetto ricerca di personale da assumere presso le dipendenze di un inesistente hotel di Cesenatico. Scopo di tali colloqui di lavoro, tenuti presso un bar, era acquisire copia del documento di identità e del codice fiscale. Tali documenti venivano poi falsificati e utilizzati per richiedere a società finanziarie ingenti somme di denaro.
I finanziamenti richiesti venivano concessi in un brevissimo lasso di tempo anche grazie all’intervento di un promotore finanziario di Sassofeltrio, A.F. le iniziali: ben 16 i finanziamenti – tutti compresi fra i 9mila e i 15mila euro – ottenuti grazie alla sua intermediazione a favore degli ignari utenti che avevano risposto alla fantomatica offerta di lavoro.
Infine, l’associazione a delinquere si avvaleva, per l’attività illecita, anche di una serie di “prestanome”: destinatari dei vari finanziamenti risultavano, infatti, persone indigenti con gravi difficoltà economiche e tossicodipendenti; una volta erogati i finanziamenti, l’associazione tratteneva per sé una provvigione del 20%.
Riproduzione riservata ©