Andrea Tonini, 53 anni originario di Brescia ma residente a Rimini, il 25 febbraio 2006 stava eseguendo delle esercitazioni in apnea nella piscina del Multieventi di Serravalle. In questi casi è necessaria la presenza di un’altra persona, che possa intervenire in caso di problemi. Ma Tonini, che era anche istruttore, dunque persona esperta, aveva deciso di esercitarsi da solo. Ed è accaduto l’irreparabile: rimasto vittima di un malore, è andato in coma, e due giorni dopo è morto. Dinnanzi al commissario della legge Rita Vannucci, l’udienza conclusiva del processo nei confronti di Pierluigi Lanzoni, imputato per omicidio colposo, che aveva organizzato le gare in cui il suo collega ha perso la vita. Il giudice lo ha condannato a 6 mesi di prigionia, pena sospesa, e al risarcimento del danno da quantificare in sede civile, fatta salva la provvisionale di 10.000 euro per ognuna delle parti civile costituite, tra cui il fratello e i genitori di Tonini. All’istruttore morto però, è stato riconosciuto un concorso di colpa per il 40%: era persona esperta, è stato detto, e sapeva quanto fosse rischioso compiere esercitazioni di apnea prolungata da solo.
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