Sono soprattutto giovani, ma non solo. Ragazze e ragazzi della città, ma non solo. Il movimento “Occupy Rimini” porta nel territorio le esigenze e le aspirazioni di chi immagina una società che vuol privilegiare l’uomo, rispetto alle logiche di mercato. Non vogliono più delegare solo ad altri le scelte riguardano loro e i loro figli. E’ giunto il momento – scrivono – di scegliere da che parte stare, se da quella della rendita o quella della vita. Sono indignati, ma non violenti e puntano tutto sul dialogo e sul confronto. L’amministrazione comunale di Rimini li ha ricevuti e quindi ne ha implicitamente riconosciuto l’esistenza, come interlocutore sociale. E’ durato due ore il confronto all’assessorato alla cultura a cui ha partecipato una delegazione del movimento e tre assessori: Massimo Pulini, che ha fatto gli onori di casa, Sara Visintin, politiche giovanili e Nadia Rossi, politiche del lavoro
(assessore Massimo Pulini)
(Federica “Occupy Rimin
(assessore Massimo Pulini)
(Federica “Occupy Rimin
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