Per quanto paradossale è ormai comprovato che subdole insidie si nascondano nei giocattoli per bambini. Un problema che in periodo natalizio si ripropone prepotentemente. Questa volta è l’Aduc, l’associazione italiana per i diritti degli utenti e dei consumatori a mettere in guardia gli acquirenti sulla questione sicurezza soprattutto dei prodotti di provenienza asiatica. L’80% dei giocattoli importati nell’Unione europea sono di fabbricazione cinese, il cui rispetto delle regole, si sa, lascia molto a desiderare; stessa origine per il 70% dei prodotti pirata. Eppure le norme comunitarie sulla sicurezza sono chiare. Sulle confezioni devono essere indicate la marcatura CE; il nome del fabbricante o dell’importatore; le avvertenze per l’utilizzo. In Italia ci sono organismi privati che effettuano test sui giocattoli e rilasciano attestati, come per esempio l’Istituto per il marchio di qualità (IMQ). Ma sottoporsi ai controlli degli istituti non è obbligatorio per fabbricanti e importatori. Pertanto – raccomanda l’Aduc ai consumatori – sarebbe bene fare test autonomi, verificando, per esempio nelle bambole, la tenuta delle cuciture, dei bottoni, degli occhi e del tessuto.
Silvia Pelliccioni
Silvia Pelliccioni
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