L’Egitto è nel caos. A quattro giorni dall'inizio delle manifestazioni che stanno scuotendo il Cairo, giunge l'appello - accorato - dell’imam di al Azhar. In un discorso alla nazione ha chiesto alla polizia di smettere di "sparare sul petto degli egiziani disarmati". Le violenze sono riprese in piazza Tahrir dopo una pausa di circa due ore. La fragile tregua garantita da 'scudi umani' di volontari per tenere divisi manifestanti da forze dell'ordine, è crollata quando la polizia è nuovamente intervenuta per impedire ad un gruppo di giovani di avvicinarsi al ministero dell'Interno. Sono tuttora in corso sparatorie. Nella situazione convulsa di queste ore è difficile fare un bilancio preciso sul numero dei morti. Alcune fonti mediche parlano di almeno quattro vittime. Ma il numero potrebbero essere più alto. Ed è polemica sul presunto uso di agenti tossici da parte delle forze di sicurezza. “E' in corso un massacro" – dichiara l'ex capo dell' Agenzia internazionale per l'energia atomica e candidato alla presidenza, El Baradei che si è detto disponibile ad accettare l'incarico di primo ministro, dopo le dimissioni del governo di Essam Sharaf, a due condizioni: se le elezioni parlamentari si terranno, come previsto, lunedì e solo se sarà in grado di esercitare l'eventuale mandato senza interferenze del Consiglio militare.
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