Un piano di riorganizzazione dell'informazione, forse un numero inferiore di canali non generalisti, di sicuro una riduzione dei costi: sono le direttive inserite nella nuova concessione Rai proposte dal Ministero dello Sviluppo Economico.
Durerà 10 anni la nuova concessione del servizio pubblico, rinnovata alla Rai dal Consiglio dei Ministri e che ora dovrà essere discussa dal Parlamento. La proposta, presentata dal ministro per lo Sviluppo Economico Carlo Calenda e approvata dal governo, prevede che il contratto di servizio sarà stipulato ogni 5 anni.
Ma la Rai dovrà varare un piano di riorganizzazione dell'informazione, che può prevedere anche la ridefinizione del numero delle testate giornalistiche. A quanto pare le redazioni regionali però non saranno toccate. Forse saranno accorpate testate e redazioni. Il governo raccomanda un uso più efficiente delle risorse, oltre a rispettare rigorosamente i principi di completezza, obiettività, indipendenza, imparzialità e pluralismo, promuovendo le pari opportunità tra uomini e donne.
Questo assicurerà a Viale Mazzini il versamento del canone Rai, che non sarà automatico, proprio perché ministero e Agcom dovranno vigilare sul rispetto dei doveri dell'azione Rai. Il governo auspica anche la rimodulazione dei canali non generalisti della Tv di Stato, sempre nell'ottica di assicurare costi efficienti.
Nella stessa seduta il governo ha presentato anche la sua proposta di riforma del consiglio nazionale dell'ordine dei giornalisti: dovrà promuovere e coordinare l'attività di formazione professionale continua, con criteri uniformi e livelli qualitativi omogenei su tutto il territorio nazionale, e avrà meno membri, non più di 60 contro gli attuali 156.
Francesca Biliotti
Durerà 10 anni la nuova concessione del servizio pubblico, rinnovata alla Rai dal Consiglio dei Ministri e che ora dovrà essere discussa dal Parlamento. La proposta, presentata dal ministro per lo Sviluppo Economico Carlo Calenda e approvata dal governo, prevede che il contratto di servizio sarà stipulato ogni 5 anni.
Ma la Rai dovrà varare un piano di riorganizzazione dell'informazione, che può prevedere anche la ridefinizione del numero delle testate giornalistiche. A quanto pare le redazioni regionali però non saranno toccate. Forse saranno accorpate testate e redazioni. Il governo raccomanda un uso più efficiente delle risorse, oltre a rispettare rigorosamente i principi di completezza, obiettività, indipendenza, imparzialità e pluralismo, promuovendo le pari opportunità tra uomini e donne.
Questo assicurerà a Viale Mazzini il versamento del canone Rai, che non sarà automatico, proprio perché ministero e Agcom dovranno vigilare sul rispetto dei doveri dell'azione Rai. Il governo auspica anche la rimodulazione dei canali non generalisti della Tv di Stato, sempre nell'ottica di assicurare costi efficienti.
Nella stessa seduta il governo ha presentato anche la sua proposta di riforma del consiglio nazionale dell'ordine dei giornalisti: dovrà promuovere e coordinare l'attività di formazione professionale continua, con criteri uniformi e livelli qualitativi omogenei su tutto il territorio nazionale, e avrà meno membri, non più di 60 contro gli attuali 156.
Francesca Biliotti
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