Il 27 dicembre 1908 appare in edicola il Corriere dei Piccoli, supplemento settimanale illustrato del Corriere della Sera. Questa data venne considerata in seguito come l'inizio del fumetto italiano.
Fondato e diretto da Silvio Spaventa Filippi, che era partito da un’idea della pedagogista e scrittrice Paola Lombroso, il Corrierino (variante familiare usata dai suoi giovanissimi lettori) introdusse nel contesto italiano i personaggi dei fumetti americani, presentati all'interno di tavole illustrate, ognuna suddivisa solitamente in quattro strisce di due vignette ciascuna.
Ma in questo primo numero trovò spazio anche uno dei personaggi più popolari lanciati dal settimanale: Bilbolbul, un bambino africano protagonista di storie surreali. A disegnarlo fu Attilio Mussino che insieme ad Antonio Rubino rappresentarono le colonne portanti del Corrierino fino agli inizi degli anni Cinquanta.
In questa prima fase le "nuvolette parlanti"erano rigorosamente vietate, perché ritenute diseducative. Al loro posto c'erano i sottotitoli composti da filastrocche in rima baciata, dal tono moraleggiante.
Le tavole illustrative erano permeate di valori pedagogici, patriottici e risorgimentali, in perfetta sintonia con la mentalità di allora che non ammetteva l'esistenza di libri per ragazzi concepiti esclusivamente per il loro intrattenimento.
Il successo del primo numero fu straordinario, al punto che venne stampato in 80.000 copie. Ciò lo rese subito un riferimento per bambini e adolescenti. Nel 1917 fu la volta di un altro protagonista storico di quegli anni: il Signor Bonaventura nato dalla matita di Sergio Tofano.
Dieci anni dopo, presero piede le nuvolette - che sul Corrierino si affermarono solamente a partire dagli anni Sessanta - grazie a nuove pubblicazioni che segnarono l'evoluzione moderna del fumetto made in Italy: dal primo numero di Topolino (edito nel 1932 da Giuseppe Nerbini) ai settimanali L’Avventuroso (che portò dagli Usa Mandrake e Flash Gordon) e Intrepido (che inaugurò il genere romantico e sentimentale).
Dopo il grande avvento, nel Dopoguerra, delle riviste dedicate a un singolo personaggio – il più amato fu Tex Willer di Sergio Bonelli, uscito nel 1948 – si arrivò agli anni Sessanta che portarono alla ribalta i "cattivi", gli antieroi per eccellenza come Diabolik delle sorelle Giussani (1962), accanto a fumetti d’autore come l'insuperabile Corto Maltese, che Ugo Pratt lanciò in "Una ballata del mare salato".
Pratt e Benito Jacovitti (padre del famoso cowboy Cocco Bill) furono gli artefici della stagione d'oro del Corrierino, vissuta dalla seconda metà degli anni Sessanta alla prima metà dei Settanta, suggellata dagli esordi di Lupo Alberto (pubblicato da Silver sul Corriere dei Ragazzi, nato come costola del Corriere dei Piccoli da cui si distaccò nel 1972) e di La Pimpa (creata nel 1975 da Altan e considerata il più fortunato fumetto italiano per bambini in età prescolare).
Gli anni '80 coincisero con il periodo di crisi del settore, fortemente condizionato dall'avvento dei manga giapponesi in TV, che col passare del tempo presero il sopravvento anche nelle riviste di fumetti, la prima delle quali fu Zero (1990), interamente dedicata ai manga.
Nel 2008 venne celebrato un secolo di storia del fumetto, partendo dalla prima uscita del Corriere dei Piccoli che, sebbene avesse smesso le pubblicazioni da gennaio del 1996, venne celebrato come il periodico dedicato all'infanzia più longevo d'Italia.
Fondato e diretto da Silvio Spaventa Filippi, che era partito da un’idea della pedagogista e scrittrice Paola Lombroso, il Corrierino (variante familiare usata dai suoi giovanissimi lettori) introdusse nel contesto italiano i personaggi dei fumetti americani, presentati all'interno di tavole illustrate, ognuna suddivisa solitamente in quattro strisce di due vignette ciascuna.
Ma in questo primo numero trovò spazio anche uno dei personaggi più popolari lanciati dal settimanale: Bilbolbul, un bambino africano protagonista di storie surreali. A disegnarlo fu Attilio Mussino che insieme ad Antonio Rubino rappresentarono le colonne portanti del Corrierino fino agli inizi degli anni Cinquanta.
In questa prima fase le "nuvolette parlanti"erano rigorosamente vietate, perché ritenute diseducative. Al loro posto c'erano i sottotitoli composti da filastrocche in rima baciata, dal tono moraleggiante.
Le tavole illustrative erano permeate di valori pedagogici, patriottici e risorgimentali, in perfetta sintonia con la mentalità di allora che non ammetteva l'esistenza di libri per ragazzi concepiti esclusivamente per il loro intrattenimento.
Il successo del primo numero fu straordinario, al punto che venne stampato in 80.000 copie. Ciò lo rese subito un riferimento per bambini e adolescenti. Nel 1917 fu la volta di un altro protagonista storico di quegli anni: il Signor Bonaventura nato dalla matita di Sergio Tofano.
Dieci anni dopo, presero piede le nuvolette - che sul Corrierino si affermarono solamente a partire dagli anni Sessanta - grazie a nuove pubblicazioni che segnarono l'evoluzione moderna del fumetto made in Italy: dal primo numero di Topolino (edito nel 1932 da Giuseppe Nerbini) ai settimanali L’Avventuroso (che portò dagli Usa Mandrake e Flash Gordon) e Intrepido (che inaugurò il genere romantico e sentimentale).
Dopo il grande avvento, nel Dopoguerra, delle riviste dedicate a un singolo personaggio – il più amato fu Tex Willer di Sergio Bonelli, uscito nel 1948 – si arrivò agli anni Sessanta che portarono alla ribalta i "cattivi", gli antieroi per eccellenza come Diabolik delle sorelle Giussani (1962), accanto a fumetti d’autore come l'insuperabile Corto Maltese, che Ugo Pratt lanciò in "Una ballata del mare salato".
Pratt e Benito Jacovitti (padre del famoso cowboy Cocco Bill) furono gli artefici della stagione d'oro del Corrierino, vissuta dalla seconda metà degli anni Sessanta alla prima metà dei Settanta, suggellata dagli esordi di Lupo Alberto (pubblicato da Silver sul Corriere dei Ragazzi, nato come costola del Corriere dei Piccoli da cui si distaccò nel 1972) e di La Pimpa (creata nel 1975 da Altan e considerata il più fortunato fumetto italiano per bambini in età prescolare).
Gli anni '80 coincisero con il periodo di crisi del settore, fortemente condizionato dall'avvento dei manga giapponesi in TV, che col passare del tempo presero il sopravvento anche nelle riviste di fumetti, la prima delle quali fu Zero (1990), interamente dedicata ai manga.
Nel 2008 venne celebrato un secolo di storia del fumetto, partendo dalla prima uscita del Corriere dei Piccoli che, sebbene avesse smesso le pubblicazioni da gennaio del 1996, venne celebrato come il periodico dedicato all'infanzia più longevo d'Italia.
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