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Nuove povertà, una mamma sammarinese con 4 figli: "Se non pago mi staccano le utenze"

di Maria Letizia Camparsi
24 ago 2024

"Io sono veramente in difficoltà - racconta Sabrina -, perché se succede che uno dei miei figli ha bisogno di dentista, oculista o una visita medica importante, io non ho i soldi per pagarli. Non è tamponare questo mese qui, ma tutti i mesi. Io direttamente non glielo ho proprio detto ai miei figli. Ai più grandi sì, ai più piccoli cerco di ammorbidire sempre la cosa". Una storia che diventa paradigma di una nuova classe sociale anche a San Marino, i lavoratori poveri, ovvero coloro che pur timbrando il cartellino tutti i giorni non riescono a mantenere se stessi e la propria famiglia. È il caso di Sabrina che vive nelle case dello Stato come altre 64 famiglie. Le domande per un alloggio di edilizia sociale negli ultimi due anni sono raddoppiate e quelle ancora pendenti sono 67. "Ho quattro figli - continua Sabrina -, due avuti dal primo marito e due dal secondo marito. Il più grande ha 25 anni, la seconda 23, poi 12 e 10. Ho cresciuto i miei figli da sola perché i bambini non hanno i nonni materni, hanno solo quelli paterni. Ho bussato a tutte le porte che potevo bussare, servizi minori, assistenti sociali, ma niente. L'assegno di mantenimento è proprio il minimo, quindi ho accumulato dei grandi debiti, soprattutto con l'Aass. Loro mi hanno detto che questo mercoledì, se io non pago, mi staccheranno acqua, luce e gas. Premetto che già sto pagando in parte, mi detraggono un quinto dallo stipendio e dall'esattoria". A complicare la situazione, racconta Sabrina, il mio contratto di lavoro che scada a fine anno senza la certezza di un rinnovo. La mia figlia è più grande, fatica a trovare un impiego perché non ha l'auto, continua, ma io non ho i soldi per pagarle la patente. La Caritas è già intervenuta, ha supporto di famiglia in situazioni emergenziali, pagando anche bollette. L'ultimo caso riferisce all'associazione solo due mesi fa, in totale 62 le famiglie assistite ora. "Le nostre porte - ribadisce la Caritas - rimangono aperte". "Non posso pensare - conclude Sabrina - che io da mercoledì sto qui in una casa dello Stato con due figli minori, senza acqua, luce e gas".





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