Con la sentenza del 2 marzo sembrava chiuso il capitolo sui casi Smi e Carifin, poiché il giudice di terza istanza, Lamberto Emiliani, aveva confermato quanto deciso in appello, ossia che chi ha presentato ricorso non era legittimato a farlo e a contestare l’inoltro alle Procure italiane dei nominativi e della documentazione bancaria. Invece no. I ricorrenti, una ulteriore 70ina, sono tornati alla carica poiché, sostengono gli avvocati della difesa, non sono imputati ma nemmeno indagati, e non c’è alcuna ragione per consegnare questa documentazione alle Procure. Inoltre, aggiungono, la rogatoria è stata comunque eseguita, e in tempi brevissimi. Per questo hanno presentato eccezioni di legittimità costituzionale, basandosi proprio sulla già pronunciata sentenza. Ora il giudice di terza istanza dovrà fissare un termine per depositare le memorie, al termine del quale dichiarare inammissibili o meno le eccezioni: se le riterrà fondate, tutto sarà trasmesso al collegio dei garanti, in caso contrario si andrà avanti.
Francesca Biliotti
Francesca Biliotti
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