Ogni anno nel mondo viene sprecato oltre un miliardo e mezzo di tonnellate di cibo, circa un terzo di quello che viene prodotto. Due anni fa, San Marino e Andorra hanno promosso l'istituzione della Giornata Mondiale di Consapevolezza delle perdite e degli sprechi alimentari, che vuole proprio sensibilizzare sulla tematica, alla luce del fatto che se in alcune parti del mondo lo spreco è all'ordine del giorno, in altre la popolazione fatica a soddisfare il proprio fabbisogno calorico: secondo un recente report delle Nazioni Unite, durante il 2020 il numero di persone denutrite e che hanno sofferto la fame nel mondo sia salito in maniera preoccupante, passando da 650 a 768 milioni: circa un decimo della popolazione totale.
Si tratta del valore più alto da quindici anni, imputato alla pandemia e al cambiamento climatico, che hanno aumentato la povertà delle persone e ridotto la produzione di materie prime, facendone quindi salire il prezzo. In occasione della giornata, il vicedirettore aggiunto della FAO (Food & Agriculture Organization delle Nazioni Unite), Maurizio Martina, ha ricordato che l'obiettivo è dimezzare gli sprechi entro il 2030. Una missione in cui l'Italia sembra essere sulla buona strada, essendo tra gli Stati del G8 quello più attento, con mezzo chilo di cibo sprecato a settimana pro capite. I peggiori gli Stati Uniti, dove la perdita alimentare è il triplo di quella italiana. Per questa giornata, in tutto il mondo sono state organizzate iniziative per sensibilizzare i cittadini, in primis l’evento virtuale e planetario organizzato dalla FAO, a cui parteciperanno numerose autorità mondiali, per sensibilizzare i governi e i singoli cittadini a ridurre il più possibile le perdite.