Via libera del Senato alla manovra che diventa legge, dopo il sì alla fiducia, con 108 voti a favore, 63 contrari e 1 astenuto. Dopo le polemiche per il contingentamento dei tempi di discussione per approvarla entro il 31 dicembre ed evitare l'esercizio provvisorio, e le tensioni nella maggioranza, la terza finanziaria del governo Meloni diventa legge. Una prassi ormai consolidata, che però ha fatto puntare l’indice contro il “monocameralismo di fatto” tanto dalle opposizioni quanto dal relatore al testo, Guido Liris (FdI), che si è dimesso in segno di protesta contro la lettura singola della manovra. Valore 30 miliardi è composta per due terzi dall'intervento per rendere strutturale, almeno per i prossimi 5 anni, la riduzione del cuneo fiscale per i redditi fino a 40mila euro e il passaggio a tre aliquote Irpef (23% per i redditi fino a28mila euro, 35% da 28 a 50mila euro, 43% oltre 50mila euro). Arrivano una stretta sulle detrazioni per i redditi più alti ed un meccanismo di quoziente familiare. Arriva anche il "bonus nuove nascite", una tantum da mille euro per ogni nuovo nato in nuclei con Isee sotto 40mila euro. Viene esteso a tutti e reso strutturale il bonus nido (sempre per con Isee fino a 40mila euro).
È stata introdotta l'Ires premiale con uno sconto del 4% per le imprese che reinvestono utili per nuove assunzioni. Per le pensioni Chi è nel sistema contributivo potrà cumulare la previdenza obbligatoria e quella complementare per raggiungere un assegno pensionistico pari a tre volte il minimo, riuscendo ad anticipare la pensione a 64 anni.
'Una legge di bilancio di grande equilibrio - commenta la premier Meloni - che sostiene i redditi medio-bassi, aiuta le famiglie con figli, stanzia risorse record per la sanità, riduce la pressione fiscale e dà una mano a chi crea occupazione e benessere. Teniamo i conti in ordine, non rinunciando ad attuare il programma elettorale, e diamo ancor più slancio al nostro impegno per combattere la vera evasione e gettare le basi per un rapporto nuovo tra Stato e cittadini. Un altro passo avanti per costruire un'Italia più giusta, forte e competitiva'. Protestano le opposizioni per contenuti e tempi dell'esame. Oggi durante le dichiarazioni di voto tra gli interventi più accesi quello di Matteo Renzi, che ha contestato l'iter accelerato della manovra e anche la norma ‘contro' di lui, che impedisce redditi esteri per i parlamentari. Durante un battibecco con il presidente del Senato, Renzi ha gridato: "Camerata La Russa, lei deve imparare a rispettare l'opposizione". "Compromessa la dignità del Parlamento", dice Boccia del Pd. "Il governo porta il Paese alla recessione", per il cinquestelle Patuanelli. Nel video l'intervista a Simona Petrucci, senatrice Fdi.