“La minaccia del nucleare non è mai stata così alta dal periodo della Guerra Fredda”. Così, Antonio Guterres, ha aperto i lavori della sua prima Assemblea Generale dell'ONU. “La paura non è astratta - ha detto il Segretario Generale delle Nazioni Unite - milioni di persone vivono sotto un'ombra di terrore causata dai test nucleari della Corea del Nord”. Guterres ha poi invitato il Consiglio di Sicurezza all'unità: “la soluzione – ha affermato - deve essere politica, non bisogna procedere come sonnambuli verso la guerra”. Una linea, tutto sommato, improntata al pragmatismo. Di tutt'altro tenore lo speech di Trump, anch'egli all'esordio al Palazzo di Vetro. “Se ci attaccano – ha tuonato dal palco dell'emiciclo - non c'è altra scelta che distruggere la Corea del Nord”. C'era attesa, a New York, per l'intervento del Presidente degli Stati Uniti, che si è scagliato contro il Venezuela – definito una “dittatura socialista” -, ma soprattutto contro l'Iran. “L'accordo sul nucleare – ha dichiarato – è un imbarazzo per gli Stati Uniti”. “Sconfiggeremo il terrorismo radicale” – ha aggiunto -, dimenticando forse che è stata proprio Teheran, in questi ultimi mesi, a contribuire in modo decisivo, alle vittorie sull'ISIS, nei campi di battaglia siriani ed iracheni. “Metterò sempre l'America al primo posto – ha concluso Trump - e difenderò sempre gli interessi americani”.
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