Teoricamente – a giudicare dal tema della risoluzione - non ci sarebbero dovuti essere dubbi. “Combattere la glorificazione del nazismo e di altre pratiche che contribuiscono ad alimentare razzismo e xenofobia”. Ed effettivamente la bozza è stata approvata, ma non all'unanimità. 115 i “si”. Hanno votato contro Stati Uniti, Canada e Ucraina; astenuti in 55: tra questi le Nazioni dell'UE e i Piccoli Stati europei, San Marino incluso. Come è stato possibile? Il problema, a quanto pare, è rappresentato dal principale proponente della risoluzione: la Federazione Russa, da mesi aspramente criticata dall'Occidente per la vicenda ucraina. Mosca, dal canto suo, ha spesso controreplicato considerando inaccettabile l'appoggio ad un Governo – quello di Kiev – definito estremista e russofobo, e bollando come apertamente naziste alcune milizie governative. “L'Unione – ha affermato in sede ONU il rappresentante dell'Italia, presidente di turno dell'UE – ha avuto dubbi circa la sincerità del testo, visto che il sostenitore della risoluzione ha violato i diritti umani”. E non manca la posizione del Titano. La proposta – affermano dalla Segreteria agli Esteri – era già stata presentata 2 anni fa e “non affronta il problema in modo globale; la libertà di espressione non è un diritto salvaguardato. La risoluzione – continua la nota – enfatizza aspetti lontani dalla lotta all'intolleranza. L'insegnamento della storia dovrebbe essere più esaustivo. Per queste ragioni – concludono dalla segreteria agli esteri – sebbene i Paesi Occidentali siano molto impegnati nella lotta al razzismo e all'intolleranza, si è deciso di non votare”
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