12 ordinanze di custodia cautelare, un giro d’affari di 50 milioni di euro, beni mobili e immobili per 20 milioni posti sotto sequestro. Sono i numeri dell’operazione “Matrioska” che ha consentito alla Guardia di Finanza di scoprire 30 società cartiere e di sgominare un’organizzazione dedita a contraffazione di marchi, riciclaggio di denaro di provenienza illecita, emissione di fatture false e occultamento di scritture contabili.
L’organizzazione criminale aveva ramificazioni all’estero. Le Fiamme gialle hanno individuato società fittizie a San Marino, Albania, Principato di Monaco, Grecia, Egitto, Kuwait e Dubai, attive in diversi settori: ingrosso di prodotti edili, abbigliamento, compravendita di immobili, vendita di preziosi.
Gli amministratori, dopo aver truffato ignari fornitori con fatture false – spesso pagando con assegni post-datati scoperti o relativi a conti correnti chiusi – trasferivano il denaro all’estero.
Le società create, rappresentante da persone invalide o nullatenenti spesso residenti in luoghi inesistenti, venivano fatte fallire, con la conseguente scomparsa di tutta la documentazione contabile e la dichiarazione di bancarotta fraudolenta. L’organizzazione aveva aperto 250 conti correnti in diversi istituti bancari ed effettuava operazioni con 450 carte di credito e oltre 3.500 assegni bancari e circolari.
L’organizzazione criminale aveva ramificazioni all’estero. Le Fiamme gialle hanno individuato società fittizie a San Marino, Albania, Principato di Monaco, Grecia, Egitto, Kuwait e Dubai, attive in diversi settori: ingrosso di prodotti edili, abbigliamento, compravendita di immobili, vendita di preziosi.
Gli amministratori, dopo aver truffato ignari fornitori con fatture false – spesso pagando con assegni post-datati scoperti o relativi a conti correnti chiusi – trasferivano il denaro all’estero.
Le società create, rappresentante da persone invalide o nullatenenti spesso residenti in luoghi inesistenti, venivano fatte fallire, con la conseguente scomparsa di tutta la documentazione contabile e la dichiarazione di bancarotta fraudolenta. L’organizzazione aveva aperto 250 conti correnti in diversi istituti bancari ed effettuava operazioni con 450 carte di credito e oltre 3.500 assegni bancari e circolari.
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