Sono in agitazione gli avvocati e notai della Repubblica di San Marino e minacciano azioni di protesta. Non accettano il ritardo accumulato sulla riforma della procedura penale e contestano alla politica in generale una mancata sensibilità verso un tema importante per la tutela dei cittadini.
I professionisti del foro lo hanno sollecitato a tutte le forze politiche e chiesto incontri per discutere della questione, ma a tutt’oggi nessuna risposta.
Al Governo imputano un mancanza totale di volontà politica per l’adozione dell’articolato già presentato in prima lettura. “E’ curioso – dichiarano – che si facciano dichiarazioni al Consiglio d’Europa sul ‘processo equo’ e nei fatti si neghino principi processuali adottati da tutti gli Stati democratici. Oggi – spiegano gli avvocati e i notati – il sistema processuale denota lacune che vanno colmate: l’istruttoria dei processi penali avviene coperta dal segreto, senza alcun limite di tempo e senza che le parti siano a conoscenza dell’attività svolta dal giudice, senza cioè alcun controllo. Non è prevista – aggiungono – neppure una forma di comunicazione di garanzia, dunque l’indagato non sa che esiste un processo a suo carico. Spesso poi – affermano – è la stampa a sapere dell’apertura di un processo prima ancora dell’interessato, esponendolo così ad una ‘gogna mediatica’ senza la possibilità di difendersi. Da anni – evidenzia l’ordine degli avvocati e notai – ci siamo fatti promotori di un’iniziativa legislativa che superi questo sistema di barbarie giuridica e che garantisca – aggiungono – la credibilità degli atti del processo per consentire il diritto alla difesa e un regime di rigorosa segretezza nel pieno rispetto della presunzione di non colpevolezza dell’imputato fino a condanna definitiva”.
Venerdì l’assemblea dell’Ordine discuterà della questione e deciderà se attuare o meno forme di protesta contro un ritardo che giudicano inaccettabile per la riforma della procedura penale.
I professionisti del foro lo hanno sollecitato a tutte le forze politiche e chiesto incontri per discutere della questione, ma a tutt’oggi nessuna risposta.
Al Governo imputano un mancanza totale di volontà politica per l’adozione dell’articolato già presentato in prima lettura. “E’ curioso – dichiarano – che si facciano dichiarazioni al Consiglio d’Europa sul ‘processo equo’ e nei fatti si neghino principi processuali adottati da tutti gli Stati democratici. Oggi – spiegano gli avvocati e i notati – il sistema processuale denota lacune che vanno colmate: l’istruttoria dei processi penali avviene coperta dal segreto, senza alcun limite di tempo e senza che le parti siano a conoscenza dell’attività svolta dal giudice, senza cioè alcun controllo. Non è prevista – aggiungono – neppure una forma di comunicazione di garanzia, dunque l’indagato non sa che esiste un processo a suo carico. Spesso poi – affermano – è la stampa a sapere dell’apertura di un processo prima ancora dell’interessato, esponendolo così ad una ‘gogna mediatica’ senza la possibilità di difendersi. Da anni – evidenzia l’ordine degli avvocati e notai – ci siamo fatti promotori di un’iniziativa legislativa che superi questo sistema di barbarie giuridica e che garantisca – aggiungono – la credibilità degli atti del processo per consentire il diritto alla difesa e un regime di rigorosa segretezza nel pieno rispetto della presunzione di non colpevolezza dell’imputato fino a condanna definitiva”.
Venerdì l’assemblea dell’Ordine discuterà della questione e deciderà se attuare o meno forme di protesta contro un ritardo che giudicano inaccettabile per la riforma della procedura penale.
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