La medicina ha sviluppato la capacità di tenere sotto controllo il dolore. Con un margine di circa il 5% di dolore irriducibile, tutte le situazioni possono ricevere risposta efficace dalle strategie terapeutiche di cui ogni ospedale dispone. Ma si fa tutto quanto si è in grado di fare? Le risposte divergono. Il mondo medico tende a respingere come un insulto l'affermazione che il dolore dei pazienti sia trascurato. Di altra opinione sono molti pazienti, che lamentano come i propri dolori, grandi e piccoli, non siano presi in seria considerazione. E' importante, in un ambito in cui la percezione soggettiva della realtà può subire distorsioni, cercare indicatori oggettivi. A San Marino il progetto 'Ospedale senza dolore' ha avuto avvio con il servizio di terapia del dolore nato dagli indirizzi della Direzione Generale e del Comitato Esecutivo dell’ISS. Nel workshop di sensibilizzazione per medici e operatori sanitari sono state due le ragioni sostanziali per questa scelta: la prima umanitaria, per diminuire cioè la sofferenza del paziente; la seconda per ragioni cliniche, per migliorare il ricovero e ridurre complicanze e tempi di degenza. Anche perché i dati raccolti dall’Oms sono allarmanti. Nonostante 9 ricoverati su 10 accusino qualche forma di dolore e quasi la metà lo avverte 'al limite della sopportabilità', meno di un terzo dei paziente riceve cure contro il dolore. Non solo: l'80% delle persone che rivelavano dolore intenso e il 60% di quelli che segnalano un dolore moderato, non ricevono alcun trattamento efficace per tali sintomi. Per i medici degli ospedali il dolore fa parte del 'quotidiano e come tale, purtroppo, tende a divenire 'abituale'. Ed è prima di tutto questa la mentalità da cambiare.
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