E' ancora il Califfato a mettere la firma su questa ennesima strage. Nel pomeriggio Jumaat ul Ahrar – gruppo jihadista che si era separato dai talebani pachistani, per dichiarare poi la propria fedeltà all'ISIS - ha rivendicato l'attentato all'ospedale di Quetta, nella regione occidentale pachistana del Belucistan. “Promettiamo che attacchi di questo tipo – hanno dichiarato i terroristi - continueranno fino all'applicazione della sharia”. Chi ha colpito – si parla di un attentatore suicida – aveva un solo obiettivo: fare quante più vittime possibile. La deflagrazione è avvenuta presso l'entrata principale della struttura; all'interno dell'ordigno erano state piazzate biglie metalliche, per aumentarne il potenziale distruttivo. In quel momento - oltre ai pazienti e al personale ospedaliero - si era radunata una piccola folla di giornalisti e legali, giunti sul posto dopo che all'interno del nosocomio era stata portata la salma del presidente degli avvocati della regione, rimasto ucciso in un agguato. Il bilancio dell'azione è pesantissimo: 63 morti e decine di feriti. Nonostante la rivendicazione dello Stato Islamico, il governatore del Belucistan ha denunciato ai media che a suo avviso l'operazione è stata organizzata dai servizi di intelligence indiani. Nella provincia, che confina con Iran ed Afghanistan, sono attivi da tempo anche i terroristi di al-Qaida
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