Per la prima volta un Papa visita il Programma Alimentare Mondiale, la più grande agenzia umanitaria che combatte la fame nel mondo. “Bisogna de-naturalizzare la miseria – ha detto il Pontefice – e smettere di considerarla come un dato di fatto”.
Ha inaugurato la sessione annuale del Programma Alimentare Mondiale per l'anno 2016 Papa Francesco, rendendo così in un certo senso omaggio al programma dell'agenzia umanitaria che si batte per la fame nel mondo, ed assiste una media di 80 milioni di persone in circa 80 Paesi. Lo scorso anno, sono stati 76,7 milioni le persone assistite a livello alimentare.
Nel suo discorso, presente anche la rappresentanza permanente della Repubblica di San Marino, il Papa ha sottolineato che in questo mondo interconnesso e così iper-comunicativo, le distanze geografiche sembrano abbreviarsi, e c'è la possibilità di prendere contatto quasi simultaneo con quanto accade dall'altra parte del pianeta, conoscere situazioni dolorose, e aiutare.
“L'eccesso di informazione di cui disponiamo – ha detto – genera la “naturalizzazione” della miseria. Vale a dire che a poco a poco diventiamo immuni alle tragedie degli altri, le consideriamo come qualcosa di “naturale”. E' necessario “de-naturalizzare” la miseria, smettere di considerarla come un dato della realtà tra i tanti. Perché – ha concluso – la miseria ha un volto, di un bambino, di una famiglia, di giovani e anziani”.
Infine ha ribadito il bisogno di de-burocratizzare tutto quello che impedisce ai piani di aiuti umanitari di realizzare i loro obiettivi, e il ruolo fondamentale di agenzie come il World Food Programme, che aprono strade e gettano ponti.
Francesca Biliotti
Ha inaugurato la sessione annuale del Programma Alimentare Mondiale per l'anno 2016 Papa Francesco, rendendo così in un certo senso omaggio al programma dell'agenzia umanitaria che si batte per la fame nel mondo, ed assiste una media di 80 milioni di persone in circa 80 Paesi. Lo scorso anno, sono stati 76,7 milioni le persone assistite a livello alimentare.
Nel suo discorso, presente anche la rappresentanza permanente della Repubblica di San Marino, il Papa ha sottolineato che in questo mondo interconnesso e così iper-comunicativo, le distanze geografiche sembrano abbreviarsi, e c'è la possibilità di prendere contatto quasi simultaneo con quanto accade dall'altra parte del pianeta, conoscere situazioni dolorose, e aiutare.
“L'eccesso di informazione di cui disponiamo – ha detto – genera la “naturalizzazione” della miseria. Vale a dire che a poco a poco diventiamo immuni alle tragedie degli altri, le consideriamo come qualcosa di “naturale”. E' necessario “de-naturalizzare” la miseria, smettere di considerarla come un dato della realtà tra i tanti. Perché – ha concluso – la miseria ha un volto, di un bambino, di una famiglia, di giovani e anziani”.
Infine ha ribadito il bisogno di de-burocratizzare tutto quello che impedisce ai piani di aiuti umanitari di realizzare i loro obiettivi, e il ruolo fondamentale di agenzie come il World Food Programme, che aprono strade e gettano ponti.
Francesca Biliotti
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