318 contrari; 278 favorevoli e 31 astenuti. Così il Parlamento europeo, riunito in plenaria, ha respinto la controversa riforma – predisposta dalla Commissione – sul diritto d'autore: caldeggiata da numerosi gruppi editoriali, ma contro la quale erano state raccolte decine di migliaia di firme. Anche Wikipedia si era schierata per il “no”, oscurando la pagina italiana; fino alla notizia di oggi, da Strasburgo. Contestati soprattutto l'articolo 11 – quello che prevedeva l'introduzione della cosiddetta “link tax” -, e il numero 13: sul controllo preventivo dei contenuti caricati on line, ed il conseguente blocco di quelli che potrebbero violare il copyright. Tutto ciò, secondo il giornalista e scrittore di scuola montanelliana Marcello Foa – esperto di spin e comunicazione, e Ceo Corriere del Ticino/mediaTI -, si sarebbe tradotto in una limitazione della libertà, e avrebbe di fatto legittimato una censura, per porre un argine al fenomeno dell'informazione alternativa. Così come un pretesto – secondo Foa – sarebbe la campagna contro le “fake news”. La discussione sulla riforma del copyright, a questo punto, è rimandata a settembre; e secondo alcuni difficilmente – visti gli emendamenti che verranno proposti – vi sarà un'approvazione entro la fine della legislatura. Senza contare che l'Assemblea, che uscirà dalle Europee del 2019 , con ogni probabilità avrà equilibri molto diversi rispetto a quelli attuali.
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