All’appello mancano un centinaio di soggiornanti, su 800 circa in totale che entro oggi dovevano presentarsi all’ufficio stranieri della gendarmeria per convertire il loro permesso in base alla nuova legge sulle residenze dello scorso giugno. Il fatto che non si siano presentati viene intesa come volontà di interrompere il soggiorno. Poi se qualcuno si presenterà fuori tempo massimo, si deciderà caso per caso. La stragrande maggioranza sono italiani, 600 circa; seguono romeni, una ventina, e ancora marocchini, albanesi, brasiliani, argentini, cinesi. Il permesso viene convertito per ricongiungimenti familiari, serve una serie di documenti. La difficoltà maggiore, per l’ufficio stranieri, si presenta quando i documenti dei rispettivi Paesi non coincidono: i romeni, ad esempio, non hanno stato di famiglia ma il libretto di famiglia; i brasiliani non hanno certificato di cittadinanza ma il solo passaporto. In caso di dubbio, ci si confronta col Dipartimento Esteri. E c’è anche chi, di sua sponte, ha deciso di fare la carta di residenza, provvedimento che ha causato polemiche perché richiedeva le impronte digitali: ad oggi sono stati 150 circa a richiederla, ma le impronte non sono ancora state prese a nessuno.
Francesca Biliotti
Francesca Biliotti
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