Il movimento 3.0 chiede, a seguito della trasmissione da parte di Rtv del discorso di fine anno di Giorgio Napolitano, le dimissioni o il licenziamento del Direttore Generale della San Marino Rtv per quello che definisce un "affronto" per la Repubblica, invitando a portare la vicenda in Consiglio Grande e Generale.
Sulla vicenda giornalesm.com ha chiesto chiarimenti al Dg di Rtv. Di seguito la risposta.
Gentilissimo Severini,
in primo luogo grazie per la sua cortese mail e la conseguente richiesta di chiarimenti in merito alla trasmissione da parte della San Marino Rtv del discorso del Presidente Napolitano di fine anno.
Forse non è inutile precisare che - ha la mia parola - è stata una decisione presa da me in quanto direttore generale senza alcuna sollecitazione esterna né da parte sammarinese né italiana così, come era stata peraltro una mia iniziativa (per quel che può valere e per me ha molto valore) quella di dare indicazioni al personale di Rtv, non appena arrivato, di esporre sempre e comunque e nelle condizioni migliori la bandiera sammarinese sulla facciata della Sede. Come avrà notato dalle foto, prima non era così. Può sembrare un fatto marginale ma le assicuro che per chi si riconosce in un lembo di stoffa, costi quel che costi, non è poco.
Entriamo nel merito per poi fare qualche considerazioni che spero possa essere utile per meglio comprendere questa scelta. Il discorso del Presidente Napolitano - è incontestabile - ha una sua assoluta valenza giornalistica. Rappresenta di fatto il suo testamento politico in un momento in cui l’Italia sta vivendo una crisi senza precedenti. Le parole che ha detto Napolitano sono universali sopratutto quando ha parlato di corruzione e di crisi di quei valori morali che rendono una società tale. Un altro passaggio molto importante e altrettanto universale è stato quando ha citato esempi positivi in un momento in cui di questo c’è un disperato bisogno non solo in Italia. Insomma un discorso storico che ha arricchito, a mio avviso, la programmazione della Radiotelevisione di Stato sammarinese proprio in quanto tale.
E’ forse utile ricordare inoltre che la Rai spesso ha proposto integralmente discorsi storici di Capi di Stato stranieri in momenti particolarmente significativi e non per questo è venuta meno la sua identità di servizio pubblico italiano, anzi. A ben vedere poi la Rai trasmette anche ogni domenica l’Angelus del Papa - anche lui per inciso un Capo di Stato - senza che questo susciti le ire o lo scandalo dei credenti in altro che la Chiesa Cattolica. Converrà con me dunque che per il discorso di Napolitano si è trattato di un evento giornalisticamente rilevante a livello internazionale, tanto più che ha annunciato le sue dimissioni a brevissimo.
Altro aspetto. Il Presidente Napolitano è stato uno degli artefici principali della uscita dalla black list e del ritorno alla withe list per San Marino. Forse ricorderà quel che ha detto e come è stato accolto nella sua visita del giugno scorso in Repubblica. Un amico dunque, un amico leale e concreto che ha meritato e merita rispetto, amicizia e ospitalità. Se vuole è stato un omaggio di San Marino, che le fa onore, tramite la sua televisione a un uomo che sicuramente anche umanamente sta vivendo a quasi novant’anni un momento difficile.
E poi. Il discorso di fine anno della Reggenza è andato in onda in tutta Italia, oltre che nel resto di Europa. Perché, visti i rinnovati rapporti di amicizia e di collaborazione, non fare conoscere in Italia il messaggio della Reggenza e a San Marino il messaggio del Capo dello Stato italiano? Avremmo dovuto oscurare la Reggenza fuori dal territorio sammarinese?
E ancora. Molti italiani lavorano a San Marino facendosi onore e facendo onore al Paese che li ospita. Nella stessa Rtv - che comunque almeno al momento è al 50% italiana - sono presenti e si impegnano al meglio con lealtà e correttezza. Il Paese che li ospita può e deve avere la forza e il coraggio di proporre un evento del genere anche per loro, oltre che per le cose sopraddette. Il coraggio della propria identità, a mio avviso, non si indebolisce ma si rafforza proprio attraverso questo tipo di confronti.
Gli arroccamenti, le paure, di fronte a quanto ha detto - parole preziose comunque e indipendentemente dalla fonte - nel suo ultimo intervento da Presidente Giorgio Napolitano non farebbero onore a questo Paese che, proprio sulla sua ospitalità e sul rispetto delle figure che lo meritano, ha costruito la sua storia. Napolitano non sarà Garibaldi ma il momento storico che stiamo vivendo, quanto meno per tragicità, ha poco da invidiare al 1849.
Infine mi consenta di ricordare che l’impegno a risanare, a riportare in pareggio alla fine del 2015, una azienda sana come Rtv ma fortemente segnata dal passato, è una sfida importante, una sfida che richiede coraggio. Le cifre parlano. Dai - 660.000 del 2012, in un anno abbiamo recuperato con i tagli e i maggiori ricavi i -297.000 del 2013. Questo in un anno e in un anno di crisi, mi permetta di sottolinearlo, con delle performance che lo stesso Dg della Rai, nel collegamento con la nostra convention di ottobre scorso, ha definito modello europeo.
Quest’anno abbiamo molto seminato per il raccolto del prossimo anno e comunque il trend di recupero del debito è proseguito anche per il 2014 per arrivare con molto impegno e un po’ di fortuna al pareggio 2015. Recuperare un deficit del genere in tre anni non è facile, mi creda. Spendere soldi non è difficile, difficile è spenderli bene e trovarli. Per inciso - e non era “normale” in precedenza anzi semmai era normale il contrario - è il primo anno che Rtv ha concordato con il Congresso di Stato una riduzione del finanziamento che per il 2015 verrà raddoppiato. Ciò nonostante, puntiamo al pareggio 2015 per arrivare il più possibile ad un riequilibrio fra il finanziamento annuo italiano di 3.098.000 euro l’anno, quello sammarinese di circa 1.600.000 euro e quello dell’introito pubblicitario che a oggi si attesta sul 1.100.000 circa e che speriamo - del tutto irresponsabilmente peraltro - nel 2017 di portare allo stesso livello del contributo sammarinese.
Tutto questo però non ha inciso nella produzione e nella qualità del palinsesto. Abbiamo portato a San Marino produzioni importanti come Baudo, un professionista che se non avesse avuto riscontro della nostra professionalità, sicuramente non avrebbe realizzato dieci puntate da due ore ciascuno. Luciano Onder è un altro esempio così come Maurizio Costanzo. Gli esperti da caffè possono dire che sono “elefanti”. Forse, ma sono indiscussi maestri e i maestri non hanno età, come ho già avuto modo di dire tempo fa a Franco Cavalli nel corso di una intervista. E inoltre - cosa non marginale - i maestri portano pubblicità sul territorio italiano che altrimenti difficilmente raggiungeremmo con altre produzioni interne sia pure di prestigio e qualità. La pubblicità è legata al nome, in tv come al cinema, senza considerare il fatto che si tratta di personaggi che di fatto, con la loro collaborazione, stanno promuovendo in Italia l’immagine di San Marino. Nelle interviste rilasciate alla stampa italiana sia da Baudo che da Costanzo l’immagine di San Marino, attraverso la sua Rtv ne esce infatti rafforzata, sempre se si pensi che l’immagine per un Paese sia importante.
Nel 2015 avremo Italo Cucci e Eraldo Pecci in un programma dedicato ai grandi campioni, Giancarlo Dotto che racconterà il teatro, Paolo Mieli che racconterà la storia attraverso i giornali e i grandi direttori, per citare solo alcune delle novità che ci devono consentire di raggiungere l’obiettivo senza fermare la macchina ma anzi rilanciando, cercando come da Piano Editoriale di far diventare la Radiotelevisione di Stato una realtà piccola ma significativa nel panorama mediatico internazionale. Se invece si volesse - ma non mi è stato chiesto questo né lo saprei fare - ridurre la realtà di Rtv a una esperienza marginale a circuito chiuso per 30.000 persone, meno costosa forse ma sicuramente meno efficace per un Paese che ha la necessità drammatica di farsi conoscere al meglio, credo sarebbe fallimentare e comunque non sarei io la persona adeguata per un progetto fatto di tagli e di ridimensionamenti drastici, a mio avviso letali per la Repubblica.
Potrei aggiungere altre cose fatte come il potenziamento del satellite a costo zero e quello del DTT dove finalmente, come da disposizioni del Governo sammarinese, siamo riusciti finalmente ad arrivare nelle Marche dopo aver coperto l’intera Emilia-Romagna con una rete di proprietà sammarinese e non più in affitto.
Sono poi, mi permetta una parentesi personale, il primo dg che ha scelto e deciso di vivere qui il che fa sì che in due anni abbia passato più ore a San Marino e in Repubblica di moltissimi dei miei predecessori con più anni di permanenza alle spalle. Ognuno fa le sue scelte ovviamente ma personalmente credo che se si assume una responsabilità del genere non la si possa gestire dal martedì al giovedì, tanto per essere chiari. Questo anche se le confesso che, gentilissimo Severini, a sessant’anni mollare la propria città, “obbligando” la famiglia a spostarsi da Roma a San Marino, forse può non essere comodo ma sono convinto che sia l’unico modo per lavorare seriamente. Per inciso, la accoglienza sammarinese per me e la mia famiglia è stata nel complesso molto positiva, ricca di nuove amicizie e di esperienze importanti e di questo sono grato alla comunità che mi ha accolto.
Inoltre, in tempi di crisi e riducendo le spese, San Marino Rtv ha creato in due anni sei nuovi posti di lavoro. Cinque per giovani sammarinesi che stanno formandosi e stanno diventando in prospettiva risorse pregiate interne. Ho poi nominato due vicecapiredattori perché sono convinto che sono le persone giuste al posto giusto cioè persone che sanno gestire la macchina. Sono bravi, cosa prioritaria, per quel che dovranno fare. Quando ho dovuto decidere, non mi sono preoccupato del fatto che fossero anche sammarinesi anche se di fatto lo sono ed è comunque importante che lo siano, sopratutto in prospettiva.
Nell’anno appena trascorso 190 milioni di persone hanno sentito in finale nominare San Marino grazie sopratutto alla bravura di Valentina Monetta, ma anche grazie ad Alessandro Capicchioni capo delegazione per Rtv all’Eurofestival e a tutto lo staff, tutti sammarinesi tranne il produttore che era tedesco. Non è stato un impegno da poco per noi arrivare per la prima volta in finale e Rtv lo ha fatto giorno dopo giorno non mollando mai e sapendo che per San Marino sarebbe stato importante. Una Radiotelevisione di Stato deve fare questo, ponendosi degli obiettivi e facendo il possibile, tutto il possibile per realizzarli, valorizzando l’immagine del Paese con realtà concrete, le uniche che garantiscano una vera identità.
Potrei andare ancora avanti per dimostrare come la Radiotelevisione di Stato sammarinese non ha paura di trasmettere l’ultimo intervento di Giorgio Napolitano, anzi pensa sia stato un onore per lei e per la Repubblica di San Marino. Un programma come Amarcord per esempio, curato con attenzione e professionalità da Olivia Marani, ha costruito una sorta di videomemoria sammarinese di una generazione che sa cosa vuol dire il peso del lavoro e della salita, della serietà della vita attraverso i fatti, cose che saranno di sicuro esempio per le giovani generazioni. Fra trent’anni grazie al nostro lavoro che verrà consegnato gratuitamente alla Segreteria di Stato alla Cultura, come concordato con il Segretario Morganti, il pronipote di uno qualsiasi di questi testimoni, premendo semplicemente un tasto potrà vedere il suo bisnonno con i suoi gesti, la sua voce, la sua vita. Non è poco se si vuol bene a questo Paese.
La chiudo qui anche se potrei proseguire ancora a lungo. Non so se ho convinto lei che so essere in buona fede, altrimenti non mi avrebbe contattato per capire. Lo spero ma considero più importante il rispetto reciproco attraverso il dialogo, con la necessità di capire con la testa e non con la pancia, certamente ognuno con idee e responsabilità diverse. Colgo l’occasione per augurarle un buon 2015.
Sulla vicenda giornalesm.com ha chiesto chiarimenti al Dg di Rtv. Di seguito la risposta.
Gentilissimo Severini,
in primo luogo grazie per la sua cortese mail e la conseguente richiesta di chiarimenti in merito alla trasmissione da parte della San Marino Rtv del discorso del Presidente Napolitano di fine anno.
Forse non è inutile precisare che - ha la mia parola - è stata una decisione presa da me in quanto direttore generale senza alcuna sollecitazione esterna né da parte sammarinese né italiana così, come era stata peraltro una mia iniziativa (per quel che può valere e per me ha molto valore) quella di dare indicazioni al personale di Rtv, non appena arrivato, di esporre sempre e comunque e nelle condizioni migliori la bandiera sammarinese sulla facciata della Sede. Come avrà notato dalle foto, prima non era così. Può sembrare un fatto marginale ma le assicuro che per chi si riconosce in un lembo di stoffa, costi quel che costi, non è poco.
Entriamo nel merito per poi fare qualche considerazioni che spero possa essere utile per meglio comprendere questa scelta. Il discorso del Presidente Napolitano - è incontestabile - ha una sua assoluta valenza giornalistica. Rappresenta di fatto il suo testamento politico in un momento in cui l’Italia sta vivendo una crisi senza precedenti. Le parole che ha detto Napolitano sono universali sopratutto quando ha parlato di corruzione e di crisi di quei valori morali che rendono una società tale. Un altro passaggio molto importante e altrettanto universale è stato quando ha citato esempi positivi in un momento in cui di questo c’è un disperato bisogno non solo in Italia. Insomma un discorso storico che ha arricchito, a mio avviso, la programmazione della Radiotelevisione di Stato sammarinese proprio in quanto tale.
E’ forse utile ricordare inoltre che la Rai spesso ha proposto integralmente discorsi storici di Capi di Stato stranieri in momenti particolarmente significativi e non per questo è venuta meno la sua identità di servizio pubblico italiano, anzi. A ben vedere poi la Rai trasmette anche ogni domenica l’Angelus del Papa - anche lui per inciso un Capo di Stato - senza che questo susciti le ire o lo scandalo dei credenti in altro che la Chiesa Cattolica. Converrà con me dunque che per il discorso di Napolitano si è trattato di un evento giornalisticamente rilevante a livello internazionale, tanto più che ha annunciato le sue dimissioni a brevissimo.
Altro aspetto. Il Presidente Napolitano è stato uno degli artefici principali della uscita dalla black list e del ritorno alla withe list per San Marino. Forse ricorderà quel che ha detto e come è stato accolto nella sua visita del giugno scorso in Repubblica. Un amico dunque, un amico leale e concreto che ha meritato e merita rispetto, amicizia e ospitalità. Se vuole è stato un omaggio di San Marino, che le fa onore, tramite la sua televisione a un uomo che sicuramente anche umanamente sta vivendo a quasi novant’anni un momento difficile.
E poi. Il discorso di fine anno della Reggenza è andato in onda in tutta Italia, oltre che nel resto di Europa. Perché, visti i rinnovati rapporti di amicizia e di collaborazione, non fare conoscere in Italia il messaggio della Reggenza e a San Marino il messaggio del Capo dello Stato italiano? Avremmo dovuto oscurare la Reggenza fuori dal territorio sammarinese?
E ancora. Molti italiani lavorano a San Marino facendosi onore e facendo onore al Paese che li ospita. Nella stessa Rtv - che comunque almeno al momento è al 50% italiana - sono presenti e si impegnano al meglio con lealtà e correttezza. Il Paese che li ospita può e deve avere la forza e il coraggio di proporre un evento del genere anche per loro, oltre che per le cose sopraddette. Il coraggio della propria identità, a mio avviso, non si indebolisce ma si rafforza proprio attraverso questo tipo di confronti.
Gli arroccamenti, le paure, di fronte a quanto ha detto - parole preziose comunque e indipendentemente dalla fonte - nel suo ultimo intervento da Presidente Giorgio Napolitano non farebbero onore a questo Paese che, proprio sulla sua ospitalità e sul rispetto delle figure che lo meritano, ha costruito la sua storia. Napolitano non sarà Garibaldi ma il momento storico che stiamo vivendo, quanto meno per tragicità, ha poco da invidiare al 1849.
Infine mi consenta di ricordare che l’impegno a risanare, a riportare in pareggio alla fine del 2015, una azienda sana come Rtv ma fortemente segnata dal passato, è una sfida importante, una sfida che richiede coraggio. Le cifre parlano. Dai - 660.000 del 2012, in un anno abbiamo recuperato con i tagli e i maggiori ricavi i -297.000 del 2013. Questo in un anno e in un anno di crisi, mi permetta di sottolinearlo, con delle performance che lo stesso Dg della Rai, nel collegamento con la nostra convention di ottobre scorso, ha definito modello europeo.
Quest’anno abbiamo molto seminato per il raccolto del prossimo anno e comunque il trend di recupero del debito è proseguito anche per il 2014 per arrivare con molto impegno e un po’ di fortuna al pareggio 2015. Recuperare un deficit del genere in tre anni non è facile, mi creda. Spendere soldi non è difficile, difficile è spenderli bene e trovarli. Per inciso - e non era “normale” in precedenza anzi semmai era normale il contrario - è il primo anno che Rtv ha concordato con il Congresso di Stato una riduzione del finanziamento che per il 2015 verrà raddoppiato. Ciò nonostante, puntiamo al pareggio 2015 per arrivare il più possibile ad un riequilibrio fra il finanziamento annuo italiano di 3.098.000 euro l’anno, quello sammarinese di circa 1.600.000 euro e quello dell’introito pubblicitario che a oggi si attesta sul 1.100.000 circa e che speriamo - del tutto irresponsabilmente peraltro - nel 2017 di portare allo stesso livello del contributo sammarinese.
Tutto questo però non ha inciso nella produzione e nella qualità del palinsesto. Abbiamo portato a San Marino produzioni importanti come Baudo, un professionista che se non avesse avuto riscontro della nostra professionalità, sicuramente non avrebbe realizzato dieci puntate da due ore ciascuno. Luciano Onder è un altro esempio così come Maurizio Costanzo. Gli esperti da caffè possono dire che sono “elefanti”. Forse, ma sono indiscussi maestri e i maestri non hanno età, come ho già avuto modo di dire tempo fa a Franco Cavalli nel corso di una intervista. E inoltre - cosa non marginale - i maestri portano pubblicità sul territorio italiano che altrimenti difficilmente raggiungeremmo con altre produzioni interne sia pure di prestigio e qualità. La pubblicità è legata al nome, in tv come al cinema, senza considerare il fatto che si tratta di personaggi che di fatto, con la loro collaborazione, stanno promuovendo in Italia l’immagine di San Marino. Nelle interviste rilasciate alla stampa italiana sia da Baudo che da Costanzo l’immagine di San Marino, attraverso la sua Rtv ne esce infatti rafforzata, sempre se si pensi che l’immagine per un Paese sia importante.
Nel 2015 avremo Italo Cucci e Eraldo Pecci in un programma dedicato ai grandi campioni, Giancarlo Dotto che racconterà il teatro, Paolo Mieli che racconterà la storia attraverso i giornali e i grandi direttori, per citare solo alcune delle novità che ci devono consentire di raggiungere l’obiettivo senza fermare la macchina ma anzi rilanciando, cercando come da Piano Editoriale di far diventare la Radiotelevisione di Stato una realtà piccola ma significativa nel panorama mediatico internazionale. Se invece si volesse - ma non mi è stato chiesto questo né lo saprei fare - ridurre la realtà di Rtv a una esperienza marginale a circuito chiuso per 30.000 persone, meno costosa forse ma sicuramente meno efficace per un Paese che ha la necessità drammatica di farsi conoscere al meglio, credo sarebbe fallimentare e comunque non sarei io la persona adeguata per un progetto fatto di tagli e di ridimensionamenti drastici, a mio avviso letali per la Repubblica.
Potrei aggiungere altre cose fatte come il potenziamento del satellite a costo zero e quello del DTT dove finalmente, come da disposizioni del Governo sammarinese, siamo riusciti finalmente ad arrivare nelle Marche dopo aver coperto l’intera Emilia-Romagna con una rete di proprietà sammarinese e non più in affitto.
Sono poi, mi permetta una parentesi personale, il primo dg che ha scelto e deciso di vivere qui il che fa sì che in due anni abbia passato più ore a San Marino e in Repubblica di moltissimi dei miei predecessori con più anni di permanenza alle spalle. Ognuno fa le sue scelte ovviamente ma personalmente credo che se si assume una responsabilità del genere non la si possa gestire dal martedì al giovedì, tanto per essere chiari. Questo anche se le confesso che, gentilissimo Severini, a sessant’anni mollare la propria città, “obbligando” la famiglia a spostarsi da Roma a San Marino, forse può non essere comodo ma sono convinto che sia l’unico modo per lavorare seriamente. Per inciso, la accoglienza sammarinese per me e la mia famiglia è stata nel complesso molto positiva, ricca di nuove amicizie e di esperienze importanti e di questo sono grato alla comunità che mi ha accolto.
Inoltre, in tempi di crisi e riducendo le spese, San Marino Rtv ha creato in due anni sei nuovi posti di lavoro. Cinque per giovani sammarinesi che stanno formandosi e stanno diventando in prospettiva risorse pregiate interne. Ho poi nominato due vicecapiredattori perché sono convinto che sono le persone giuste al posto giusto cioè persone che sanno gestire la macchina. Sono bravi, cosa prioritaria, per quel che dovranno fare. Quando ho dovuto decidere, non mi sono preoccupato del fatto che fossero anche sammarinesi anche se di fatto lo sono ed è comunque importante che lo siano, sopratutto in prospettiva.
Nell’anno appena trascorso 190 milioni di persone hanno sentito in finale nominare San Marino grazie sopratutto alla bravura di Valentina Monetta, ma anche grazie ad Alessandro Capicchioni capo delegazione per Rtv all’Eurofestival e a tutto lo staff, tutti sammarinesi tranne il produttore che era tedesco. Non è stato un impegno da poco per noi arrivare per la prima volta in finale e Rtv lo ha fatto giorno dopo giorno non mollando mai e sapendo che per San Marino sarebbe stato importante. Una Radiotelevisione di Stato deve fare questo, ponendosi degli obiettivi e facendo il possibile, tutto il possibile per realizzarli, valorizzando l’immagine del Paese con realtà concrete, le uniche che garantiscano una vera identità.
Potrei andare ancora avanti per dimostrare come la Radiotelevisione di Stato sammarinese non ha paura di trasmettere l’ultimo intervento di Giorgio Napolitano, anzi pensa sia stato un onore per lei e per la Repubblica di San Marino. Un programma come Amarcord per esempio, curato con attenzione e professionalità da Olivia Marani, ha costruito una sorta di videomemoria sammarinese di una generazione che sa cosa vuol dire il peso del lavoro e della salita, della serietà della vita attraverso i fatti, cose che saranno di sicuro esempio per le giovani generazioni. Fra trent’anni grazie al nostro lavoro che verrà consegnato gratuitamente alla Segreteria di Stato alla Cultura, come concordato con il Segretario Morganti, il pronipote di uno qualsiasi di questi testimoni, premendo semplicemente un tasto potrà vedere il suo bisnonno con i suoi gesti, la sua voce, la sua vita. Non è poco se si vuol bene a questo Paese.
La chiudo qui anche se potrei proseguire ancora a lungo. Non so se ho convinto lei che so essere in buona fede, altrimenti non mi avrebbe contattato per capire. Lo spero ma considero più importante il rispetto reciproco attraverso il dialogo, con la necessità di capire con la testa e non con la pancia, certamente ognuno con idee e responsabilità diverse. Colgo l’occasione per augurarle un buon 2015.
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