Imprese infuriate, disagi nel consegnare e ricevere la corrispondenza. L’organizzazione del settore postale non è un problema nuovo, ma questa volta la carenza di personale non centra. Alla base del disservizio ci sarebbero un mese di scioperi, tra settore pubblico e privato: “Abbiamo lavorato a regime ridotto perché i nostri dipendenti hanno aderito agli scioperi del pubblico impiego – dichiara il dirigente del settore Cinzia Cesarini – e scopo di uno sciopero è proprio quello di creare disagio”. Alle astensioni nella PA, si sono poi aggiunti i blocchi dei lavoratori del settore industria: “Soprattutto nella zona di Galazzano – spiega ancora la direttrice delle Poste – la situazione si è caricata di tensione: anche i nostri portalettere sono stati bloccati durante i presidi e impossibilitati a raggiungere fisicamente le aziende”. Cinzia Cesarini si dice però stupita delle dichiarazioni apparse oggi sulla stampa: “Proprio per non esasperare il clima abbiamo noi personalmente contatto 4-5 aziende di Galazzano, le più grosse – dice - avvisandoli della mancata consegna e chiedendo di venire a prelevare la posta giacente in centrale”.
Non sarebbe tra le cause contingenti, dunque, ma una riorganizzazione del settore – ammette la direttrice – è non solo necessaria, ma già in programma: “Dal prossimo settembre partirà infatti la sperimentazione sulle zone postali, che andrà a riequilibrare il rapporto tra bacino d’utenza e numero di addetti”.
Non sarebbe tra le cause contingenti, dunque, ma una riorganizzazione del settore – ammette la direttrice – è non solo necessaria, ma già in programma: “Dal prossimo settembre partirà infatti la sperimentazione sulle zone postali, che andrà a riequilibrare il rapporto tra bacino d’utenza e numero di addetti”.
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