Il coordinatore del Dipartimento Postale, già ai primi di dicembre, aveva consegnato al Segretario di Stato competente un riferimento riservato nel quale suggeriva il provvisorio allontanamento di alcuni operatori postali dall’Ufficio di Città. Segno che qualcosa che non andava era stato rilevato. Lo stesso coordinatore – nella relazione – affermava di aver presentato un esposto alla magistratura e di aver ordinato un’ispezione da parte di personale qualificato, utilizzando una metodica insolita. Di qui la decisione di monitorare tutti gli uffici postali, in particolare quelli con grosse movimentazioni di denaro. Per scoprire se effettivamente le affrancature all’ufficio di città venivano gonfiate, sarebbero state effettuate alcune spedizioni fittizie. A seguito del raffronto tra il prezzo reale di spedizione e quello registrato sarebbero emerse evidenti incongruenze. Il tutto ora è in mano alla magistratura. Vicende giudiziarie a parte, sono sempre più frequenti le richieste mirate a migliorare il servizio postale. Le hanno avanzate alcuni dipendenti prendendo posizione pubblicamente: nella relazione del coordinatore di dipartimento si suggerisce una riorganizzazione del settore, in base ai nuovi carichi di lavoro e il Congresso di Stato, con una delibera, a dicembre ha deciso di ridurre da 3 a 1 gli sportelli a Città e di chiudere al pomeriggio l’ufficio di Città. Nel recente incontro tra il segretario di stato Andreoli e i sindacati è stato inoltre deciso di intervenire per individuare nell’ufficio di Dogana un nuovo locale, più ampio e adeguato, per lo smistamento.
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