Un elenco sempre più lungo, quello delle vittime della Mafia, che troppo spesso viene dimenticato. Migliaia di persone hanno partecipato alla manifestazione organizzata a Potenza dall’associazione Libera. Ad aprire il corteo i parenti delle 900 vittime della criminalità organizzata: i loro nomi sono stati elencati ieri sera in una veglia di preghiera. Una scia di sangue che ha terrorizzato e strozzato il mezzogiorno. Ma anche al Nord Mafia, Camorra e n’drangheta sono sempre più presenti. E non ci si limita alla richiesta del pizzo e al controllo del cosiddetto ciclo del cemento e dell’immondizia. Basta guardare alla cronaca di questi giorni, all’operazione “Vulcano”, dove si parla di pestaggi e pesantissime minacce ad imprenditori locali. E poi il punto interrogativo sulla tragica fine di Antonino D’Amato: 36enne, originario di Palermo, ma da tempo residente a Sassofeltrio. Carbonizzato, piedi legati, gola squarciata: tutto, nel suo assassinio, fa pensare ad un’esecuzione in stile mafioso. Quel che è certo è che le cosche seguono il flusso di denaro e la Riviera Romagnola e San Marino sono territori appetibili. Il rapporto della DIA cita trame dei clan e virus insospettabili in Emilia Romagna diffusi con l’usura mafiosa: vero cavallo di Troia per prelevare capitali rilevando aziende sane.
Gianmarco Morosini
Gianmarco Morosini
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