Il Bastian Contrario, nella letteratura, rappresenta una figura insofferente, sempre e costantemente controcorrente, tutta protesa a contraddire anche solo per il gusto di contestare. Contrario per partito preso. Le sue frasi più ricorrenti sono: “non ci sto, non sono d'accordo, le cose non stanno così”. Nella società civile sammarinese, e non solo, si va manifestando una sparuta minoranza, talvolta piuttosto rumorosa, per la quale ogni idea, ogni progetto, ogni ipotesi di cambiamento, non appare degna di considerazione, anzi. E questo negli anni. L'isola pedonale alla Porta del Paese? Non va bene! L'ipermercato a Rovereta? Non va bene! Lo scambio di informazioni? Non va bene! Gli eventi nel centro storico? Non vanno bene! La cessione della Centrale del Latte? Non va bene! Una banca cinese? Non va bene! Il polo del Lusso? Non va bene! E si potrebbe continuare all'infinito. Peccato che non sempre le obiezioni brillino per lungimiranza o poggino su elementi criticità concreti. A prevalere sembra essere la pancia, la paura, il sospetto e il pregiudizio. Certo i tempi sono duri per tutti e il sistema politico non sempre, per essere gentili, ha mostrato di essere all'altezza; non sempre gli interessi generali della collettività hanno prevalso su quelli individuali dei singoli potenti del momento, guarda caso sempre quelli, almeno negli ultimi decenni. Ma arroccarsi sul piedistallo del “Non ci sto!” non necessariamente ci mette al riparo dai furbetti del quartierino - che spesso prosperano proprio sui non-ci-sto - o da possibili delusioni. Si deve vigilare, certo; la guardia deve restare sempre alta e i progetti vagliati nei minimi dettagli, per evitare di tornare ad essere terra di conquista di chi in passato ha visto il Paese come un luogo in cui aggirare le regole. Però un minimo di apertura di credito si deve avere il coraggio di dimostrarla, pretendendo poi che i controlli e le verifiche assicurino il corretto funzionamento dei progetti e delle iniziative. Gli eccessi non aiutano mai.
Il paese della libertà non può diventare quello delle occasioni perdute a priori. Non si può assistere alle critiche sui social perchè un albero è stato abbattuto, mettendo in discussione la competenza e la correttezza di un agronomo solo per il gusto di contestare. Non si può contestare la discussione in seduta segreta di un argomento sensibile solo perchè “si deve sapere”, senza preoccuparsi degli effetti sul sistema Paese. Insomma dubbiosi e contrari si, magari a ragione e con cognizione di causa, ma non “a prescindere”, come direbbe Totò.
Il paese della libertà non può diventare quello delle occasioni perdute a priori. Non si può assistere alle critiche sui social perchè un albero è stato abbattuto, mettendo in discussione la competenza e la correttezza di un agronomo solo per il gusto di contestare. Non si può contestare la discussione in seduta segreta di un argomento sensibile solo perchè “si deve sapere”, senza preoccuparsi degli effetti sul sistema Paese. Insomma dubbiosi e contrari si, magari a ragione e con cognizione di causa, ma non “a prescindere”, come direbbe Totò.
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