Le malattie mentali, anche a San Marino, costituiscono sempre più un problema di grande rilievo sociale. Il servizio di salute mentale compie 4.500 visite l’anno. Non tutti sono pazienti psichiatrici, ma quelli considerati gravi, rivela il dottor William Giardi, sono circa 300. Non pochi, su una comunità di 31mila residenti. E’ un fenomeno in costante aumento e riguarda tutte le classi di età: ai problemi psichiatrici sono spesso correlati problemi fisici, come obesità, ipertensione arteriosa, e tali fattori riducono sensibilmente le aspettative di vita, di almeno 10 o 15 anni.
Il Segretario di Stato alla Sanità Claudio Podeschi ha fatto propria la definizione data dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e nel piano sanitario sammarinese viene sottolineata l’importanza della salute mentale. Ecco gli obiettivi del Progetto Benessere: predisporre una serie di attività che vanno dalla prevenzione del disturbo mentale fino alla riabilitazione e reinserimento sociale. Al Libeccio è stato istituito un gruppo formato da 8 pazienti, 5 uomini e 3 donne, che da febbraio a settembre 2008 hanno seguito 20 incontri di un’ora e mezza ciascuno, durante i quali medici e infermieri hanno impartito lezioni sui corretti stili di vita, a partire dall’alimentazione, col coinvolgimento delle famiglie per un miglior reinserimento sociale degli utenti. Il progetto verrà ripetuto a settembre.
Il Segretario di Stato alla Sanità Claudio Podeschi ha fatto propria la definizione data dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e nel piano sanitario sammarinese viene sottolineata l’importanza della salute mentale. Ecco gli obiettivi del Progetto Benessere: predisporre una serie di attività che vanno dalla prevenzione del disturbo mentale fino alla riabilitazione e reinserimento sociale. Al Libeccio è stato istituito un gruppo formato da 8 pazienti, 5 uomini e 3 donne, che da febbraio a settembre 2008 hanno seguito 20 incontri di un’ora e mezza ciascuno, durante i quali medici e infermieri hanno impartito lezioni sui corretti stili di vita, a partire dall’alimentazione, col coinvolgimento delle famiglie per un miglior reinserimento sociale degli utenti. Il progetto verrà ripetuto a settembre.
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