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Pressing di Kiev all'occidente: "No a compromessi con Mosca"

Autorità ucraine denunciano il ritrovamento a Bucha di una fossa comune con corpi di 7 civili torturati

di Monica Fabbri
14 giu 2022
Pressing di Kiev all'occidente: "No a compromessi con Mosca"

"La battaglia del Donbass sarà considerata una delle più violente d'Europa". Così il presidente ucraino Zelensky, che torna a chiedere all'Occidente armi "moderne", definendo "terrificante" il costo umano, in un momento in cui la città chiave di Severdonetsk, dopo la distruzione dell'ultimo ponte, parrebbe isolata dal resto del paese. Notizia però smentita dal sindaco della città: “Ci sono canali di comunicazione, anche se abbastanza complicati – afferma. I militari ucraini tengono duro”. Tuttavia, i combattimenti di strada sono in corso e la situazione sta cambiando di ora in ora. Ha poi parlato di 560 persone rifugiate nei cunicoli sotterranei del grande impianto chimico di Azot, sotto i bombardamenti. “Il nemico sta facendo a pezzi – dice - la nostra più grande impresa". Secondo Londra, i russi avanzano a Kharkiv, ma lo sforzo maggiore resta, appunto, a Severodonetsk, dove - avvertono i filorussi - le forze ucraine dovranno arrendersi o moriranno. E nei pressi di Bucha, nella regione di Kiev, le autorità ucraine affermano di aver rinvenuto una fossa comune con i corpi di 7 civili, molti di loro con mani legate e segni di torture. Proprio ieri Amnesty accusava la Russia di crimini di guerra. Ma non si combatte solo sul campo. Kiev incalza l'occidente, a cui chiede di non cercare più compromessi con Mosca, e Zelensky porta avanti la sua battaglia diplomatica per aderire all'Ue. L'ultima mossa è stata invitare il cancelliere tedesco a mostrare un chiaro sostegno. “Scholz e il suo governo – ha detto - devono decidere: non ci può essere compromesso tra l'Ucraina e le relazioni con la Russia”. Sulla questione i ventisette restano divisi: la decisione verrà presa dal Consiglio europeo del 23 e 24 giugno, ma la Commissione emetterà un primo parere entro la fine della settimana. La posizione dell'Italia è chiara: “Sostiene e continuerà a sostenere l'Ucraina e il suo desiderio di far parte dell'Europa", ha dichiarato Draghi dopo l'incontro con il primo ministro israeliano Bennett. Con cui ha discusso anche del rischio di catastrofe alimentare dovuta al blocco dei porti del Mar Nero. Determinante il fattore tempo: “tra poche settimane – avverte il premier - il nuovo raccolto sarà pronto e potrebbe essere impossibile conservarlo". Mentre, sull'energia, Israele promette di aiutare l'Europa producendo gas naturale.





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