Qualche turista si avvicina, ma è costretto a tornare indietro. La torre Guaita è chiusa da quando il fulmine ha danneggiato gli impianti elettrici e causato un principio di incendio all'interno della struttura. Per rendersi conto della situazione, basta salire gli scalini che portano fino alle vecchie carceri: soffitti anneriti, odore di bruciato, telecamere rovinate, fuliggine. E gli operai al lavoro per la bonifica.
"Tutti i tecnici stanno lavorando - ha spiegato il segretario di Stato alla Cultura, Marco Podeschi - affinché si possa riaprire prima possibile. Per lo Stato è un danno d'immagine avere uno dei principali monumenti chiusi e un danno economico per le mancate entrate che derivano dai biglietti".
Oltre ai componenti elettrici, quelli più complessi da cambiare, ci sarà da scrostare i muri anneriti dal fumo e tinteggiare. Entro Pasqua sarà aperta una parte dell'edificio. Per le vecchie prigioni – la zona più colpita - non c'è ancora una data.
Mauro Torresi
Nel servizio, l'intervista a Marco Podeschi, segretario di Stato alla Cultura
"Tutti i tecnici stanno lavorando - ha spiegato il segretario di Stato alla Cultura, Marco Podeschi - affinché si possa riaprire prima possibile. Per lo Stato è un danno d'immagine avere uno dei principali monumenti chiusi e un danno economico per le mancate entrate che derivano dai biglietti".
Oltre ai componenti elettrici, quelli più complessi da cambiare, ci sarà da scrostare i muri anneriti dal fumo e tinteggiare. Entro Pasqua sarà aperta una parte dell'edificio. Per le vecchie prigioni – la zona più colpita - non c'è ancora una data.
Mauro Torresi
Nel servizio, l'intervista a Marco Podeschi, segretario di Stato alla Cultura
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