Secondo un’analisi statistica del Fondo monetario internazionale, la “primavera araba” finora è costata oltre 55 miliardi di dollari ai Paesi maggiormente colpiti dalle rivolte. Nell’analisi si legge che i Paesi in cui si sono svolte le proteste più sanguinose, Libia e Siria, sono quelli che hanno subito le maggiori ripercussioni economiche, seguiti da Egitto, Tunisia, Bahrein e Yemen. Il prodotto interno lordo di questi Paesi avrebbe subito perdite per oltre 20 miliardi di dollari e altri 35 miliardi sarebbero stati persi fra l’aumento dei costi e i mancati profitti. Ma un’altra parte del mondo arabo si è arricchita durante le rivolte di quest’anno: Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Kuwait hanno infatti registrato un incremento del Pil grazie al rialzo del prezzo del petrolio.
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