Dopo la dirompente testimonianza dell’ex ispettore di Banca centrale Caringi, che in una udienza aveva denunciato irregolarità nell’assegnazione degli affidamenti da parte di Banca del Titano, commissariata nel marzo 2006, è stato il giorno degli imputati, accusati di aver causato un dissesto di circa 10 milioni di euro, ottenendo prestiti tramite titoli “zero coupon” a garanzia. L’ex direttore dell’istituto, Adriano Pace, non ha voluto parlare, pur essendo presente. Ha deposto invece a lungo l’imputato Maurizio Frezza, che ha ricostruito i suoi rapporti con Banca del Titano, aggiungendo che nel 2005 le banche sammarinesi avevano grande disponibilità di denaro ed erano più o meno tutte disposte a proporre investimenti in titoli che rendessero più del doppio. Secondo lui era stato proprio l’ex direttore Pace a suggerirgli di investire negli “zero coupon”, e sempre lui gli aveva chiesto la cortesia di tamponare una situazione critica del terzo imputato Stefano Marangoni. Ancor più duro quest’ultimo: parlando di Pace, che si è scoperto aveva anche la delega a operare su alcuni suoi conti correnti, lo ha definito “una pedina, come me – ha aggiunto – in un sistema più complesso, teso a causare il dissesto finanziario di Banca del Titano, magari per farla acquistare in un certo modo, e l’abbiamo visto con San Marino International Bank”. Banca, oltretutto, in amministrazione straordinaria dallo scorso febbraio.
Gli avvocati hanno insistito per non concludere in giornata, si riprende sabato 30 con le discussioni finali, anche se l’avvocato di Pace, ascoltate le deposizioni, tenterà di far parlare il suo assistito.
Francesca Biliotti
Gli avvocati hanno insistito per non concludere in giornata, si riprende sabato 30 con le discussioni finali, anche se l’avvocato di Pace, ascoltate le deposizioni, tenterà di far parlare il suo assistito.
Francesca Biliotti
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