Continuano gli eventi organizzati dall’Associazione sammarinese 'Progetto Sorriso'. Lunedì sera al Teatro Titano la conferenza “Dialoghi di pace” che ha offerto diverse testimonianze sulla difficilissima situazione della Palestina.
'C’è una realtà di sangue, con una spirale infinita di odio e violenza. Una realtà in cui – ha ricordato il Nunzio Apostolico in Terra Santa Pietro Sambi – una madre israeliana accompagna i bambini alla fermata dell’autobus e rimane con il cuore in gola fino a quando, a sera, non li vede tornare. Una realtà in cui una familgia palestinese viene svegliata in piena notte dai buldozzer israeliani e ha venti minuti di tempo per abbandonare l’abitazione'. 'Il mio popolo porta una croce pesantissima' – ha detto Kamal El Qaisi – Responsabile dei rapporti con l’Italia del Ministero del Turismo palestinese. 'Non chiediamo ricchezze, basterebbe avere anche solo un pezzo di pane, ma poterlo mangiare sentendosi liberi e con la dignità riconosciuta agli esseri umani. C’è dunque una realtà dura, crudele di sofferenza, in cui israeliani e palestinese conducono il tragico gioco dei dispetti reciproci, un gioco da bambini in cui sono proprio i bambini a perdere la vita. C’è anche però una realtà, che rimane sotterranea solo perché gli organi di informazione non ne parlano mai, di dialogo, collaborazione, amicizia fra le gente comune dei due popoli, che è stanca della guerra'. La realtà in cui opera Manuela Dviri, scrittrice israeliana, che afferma di avere smesso di chiedersi chi ha torto o chi ha ragione. E ha cominciato ad agire: grazie alla sua Fondazione, da novembre ad oggi, sono stati curati 210 bambini palestinesi in ospedali israeliani. C’è l’esempio di Edi Milgalter, cardiochirurgo israeliano, che opera ogni settimana quattro bambini palestinesi. E con medici palestinesi lavora per 12- 16 ore al giorno.C’è la figura di padre Ibrahim, un frate francescano, custode della Basilica della Natività di Betlemme. Nelle drammatiche vicende dell’Aprile 2002, quando un gruppo di palestinesi armati si asserragliò nella chiesa, poi assediata dalle truppe israeliane, impose il dialogo alle due parti. La sua mediazione evitò il bagno di sangue.
'C’è una realtà di sangue, con una spirale infinita di odio e violenza. Una realtà in cui – ha ricordato il Nunzio Apostolico in Terra Santa Pietro Sambi – una madre israeliana accompagna i bambini alla fermata dell’autobus e rimane con il cuore in gola fino a quando, a sera, non li vede tornare. Una realtà in cui una familgia palestinese viene svegliata in piena notte dai buldozzer israeliani e ha venti minuti di tempo per abbandonare l’abitazione'. 'Il mio popolo porta una croce pesantissima' – ha detto Kamal El Qaisi – Responsabile dei rapporti con l’Italia del Ministero del Turismo palestinese. 'Non chiediamo ricchezze, basterebbe avere anche solo un pezzo di pane, ma poterlo mangiare sentendosi liberi e con la dignità riconosciuta agli esseri umani. C’è dunque una realtà dura, crudele di sofferenza, in cui israeliani e palestinese conducono il tragico gioco dei dispetti reciproci, un gioco da bambini in cui sono proprio i bambini a perdere la vita. C’è anche però una realtà, che rimane sotterranea solo perché gli organi di informazione non ne parlano mai, di dialogo, collaborazione, amicizia fra le gente comune dei due popoli, che è stanca della guerra'. La realtà in cui opera Manuela Dviri, scrittrice israeliana, che afferma di avere smesso di chiedersi chi ha torto o chi ha ragione. E ha cominciato ad agire: grazie alla sua Fondazione, da novembre ad oggi, sono stati curati 210 bambini palestinesi in ospedali israeliani. C’è l’esempio di Edi Milgalter, cardiochirurgo israeliano, che opera ogni settimana quattro bambini palestinesi. E con medici palestinesi lavora per 12- 16 ore al giorno.C’è la figura di padre Ibrahim, un frate francescano, custode della Basilica della Natività di Betlemme. Nelle drammatiche vicende dell’Aprile 2002, quando un gruppo di palestinesi armati si asserragliò nella chiesa, poi assediata dalle truppe israeliane, impose il dialogo alle due parti. La sua mediazione evitò il bagno di sangue.
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