Il primo appuntamento è stato con la Giunta di Fiorentino. L’incontro forse più complicato della giornata; è questo – infatti – il Castello dove più forte è il fronte del “no” al montaggio di qualsiasi antenna; alla segreteria al territorio era presente una rappresentanza di quei 525 residenti che nei giorni scorsi avevano firmato un appello in tal senso. Il Capitano di Castello Alfredo Amici ha chiesto che non si proceda al montaggio del ripetitore al mobilificio Gasperoni, o che - in subordine - si individui un sito alternativo, essendo l’azienda troppo vicina alle abitazioni. Il segretario di Stato al territorio si è detto disponibile a ricercare una soluzione condivisa. L’unica cosa inaccettabile – ha detto – è il “no” a prescindere; bisogna conciliare le varie esigenze. A seguire l’incontro con l’amministrazione di Serravalle. Un colloquio costruttivo – ha detto il segretario Riccardi – in questo Castello è previsto il montaggio di 4 antenne: all’olimpico di Serravalle, all’Electronics, al Teatro di Dogana e nella zona di Rovereta. Il tecnico della San Marino Telecom, presente ai colloqui, ha illustrato le caratteristiche tecniche dei ripetitori che – ha detto – non costituirebbero un rischio per la popolazione. Nell’ultimo appuntamento si è discusso della situazione di Montegiardino. Un incontro breve, anche perché nel territorio di questa amministrazione non è prevista l’installazione di alcuna antenna. Il Capitano di Castello Italo Righi ha comunque apprezzato la disponibilità al dialogo di Marino Riccardi: “è bene parlare insieme di questo argomento – ha detto Righi – perché il problema, viste le ridotte dimensioni della Repubblica, riguarda tutti”. E in giornata anche il capogruppo consiliare del Psd Claudio Felici è intervenuto sull’argomento, specie per rispondere alle accuse del vicesegretario del Nuovo Partito Socialista Erik Casali, di questi giorni. “La concessione – afferma Felici – non è stata approvata 4 giorni prima delle elezioni, ma un anno prima e le condizioni economiche della convenzione erano omogenee a quelle degli operatori preesistenti”. “Inoltre – continua Felici – nella delibera relativa all’installazione delle antenne, erano salvaguardate tutte le condizioni per la verifica dell’impatto degli impianti e la normativa alle norme vigenti”.
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