A Rimini proseguono a ritmo serrato i controlli anti-prostituzione da parte delle forze dell’ordine. L’unica arma a disposizione di Polizia e Carabinieri, al momento, è il foglio di via obbligatorio che prevede il divieto di muoversi all’interno della Provincia. Ma le prostitute sembrano infischiarsene e la tendenza è quella di ritornare sugli stessi marciapiedi come se nulla fosse. I dati parlano chiaro: nel mese di luglio la Questura di Rimini ha emesso 47 fogli di via. Destinatarie del documento soprattutto giovanissime rumene e bulgare che dopo qualche giorno sono quasi tutte tornate. La risposta della Polizia, però, è stata immediata: 40 denunce penali per inottemperanza al divieto; divieto che – dunque – nell’85% dei casi viene ignorato. E’ una battaglia estenuante quella delle forze dell’Ordine: nella fase iniziale della stagione estiva venivano fermate dalla Polizia circa 20 ragazze a notte. Ora, grazie anche al potere deterrente delle denunce penali, il numero è dimezzato.
Si sta operando anche per cercare di individuare quegli individui senza scrupoli che affittano – a carissimo prezzo – appartamenti alle prostitute. Come qualche giorno fa quando i carabinieri hanno posto sotto sequestro sei appartamenti in un palazzo di Miramare, in via Faenza. Tutti intestati a un riminese di 66 anni. Le prostitute pagavano l’affitto, ma non c’era alcun contratto. Avveniva tutto in nero.
Si sta operando anche per cercare di individuare quegli individui senza scrupoli che affittano – a carissimo prezzo – appartamenti alle prostitute. Come qualche giorno fa quando i carabinieri hanno posto sotto sequestro sei appartamenti in un palazzo di Miramare, in via Faenza. Tutti intestati a un riminese di 66 anni. Le prostitute pagavano l’affitto, ma non c’era alcun contratto. Avveniva tutto in nero.
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